(di Antonio Castellani) | Uno dei tanti tesori numismatici dispersi durante la Seconda Guerra Mondiale è tornato alla luce: è quello della “S.S. City of Cairo” (137 metri di lunghezza per circa 8 mila tonnellate di stazza) che, dopo trent’anni di onorato servizio come nave passeggeri – era stata varata nel 1915 -, il 6 novembre 1942, venne affondata dal sottomarino tedesco “U-68” comandato da Karl-Firedrich Merten mentre incrociava sulla rotta tra Città del Capo e Pernambuco, nell’Atlantico Meridionale, al largo delle coste della Namibia. Diretta in Inghilterra, la nave era partita da Bombay il 1° ottobre per portare rifornimenti alla madrepatria: nelle sue stive acciaio, manganese, lana e cotone oltre a più di duemila sacchetti e cassette di monete d’argento.
Parte delle monete recuperate dalla “S.S. City of Cairo” (source: Deep Ocean Search)A distanza di oltre settant’anni quel tesoro, stimato attualmente sui 50 milioni di dollari, è stato recuperato da un team franco-britannico all’incredibile profondità di 5150 metri. “Una grande storia da raccontare”, ammette Nicolas Vincent, direttore delle operazioni per conto della Deep Ocean Search, il gruppo, specializzato nella ricerca sottomarina acque profonde che si è occupato della complessa operazione. Senza contare l’eventuale plusvalore numismatico, parliamo di circa 100 tonnellate di argento in monete che, all’epoca di proprietà del Tesoro britannico, ora saranno analizzate una per una e, probabilmente, in parte finiranno sul mercato nei prossimi mesi. Monete talvolta comuni – ad esempio, rupie e spezzati dall’epoca della regina Vittoria agli anni Trenta – ma rese più preziose per il fatto di esser state protagoniste prima di un tragico episodio storico e, oggi, di un’altrettanto storica operazione di recupero ad alta tecnologia.
Un sacchetto di rupie indiane ancora pressoché intatto dopo 73 anni (source: Deep Ocean Search)Varie testate e siti hanno dedicato spazio al ritrovamento del tesoro numismatico della “S.S. City of Cairo”: per saperne di più sulla vicenda, ad esempio, si può accede alla photo gallery del “Corriere della Sera” (clicca qui), all’articolo apparso su “Le Figaro” (clicca qui) o al sito ufficiale della Deep Ocean Search (clicca qui).
Alcuni degli esemplari numismatici ripescati a 5150 metri di profondità (source: Deep Ocean Search)