E’ ARRIVATA LA PRIMAVERA E SBOCCIA LA MONETA “MILLEFIORI”

documents-button(a cura della redazione) | Correva, all’incirca, l’anno 1500 quando lo storico Marcantonio Sabellico, visitando alcune vetrerie veneziane e ammirando la tecnica di realizzazione dei vetri policromi a piccoli motivi, disse che simili capolavori erano paragonabili “ad un prato in fiore”. Da questo estasiato giudizio – non esagerato il alcun modo, in ogni caso – è derivato il termine “millefiori” per indicare una tecnica di lavorazione del vetro che, in realtà, già gli Egizi conoscevano intorno al 1800 a.C. e che i vetrai del IV-III secolo a.C. la impiegavano soprattutto per realizzare ciotole. Anche nell’arte islamica del vetro, questa raffinata tecnica ha in seguito trovato una propria originale via di espressione per diventare, infine, un prodotto ampiamente esportato sia da Murano che dalle altre isole a nord di Venezia, dalla fine del XV secolo. Il “boom” – per così dire – del vetro millefiori veneziano risale infatti al 1485 quando alcuni vetrai di Murano esposero per la prima volta i loro capolavori in alcune fiere del Nord Europa, aprendosi da quel momento un mercato vastissimo e finendo, come sempre accade in questi casi, per essere imitati un po’ ovunque.

001I 5 dollari di Cook in argento e murrine (source: Coin Invest Trust)


La tecnica millefiori è basata sull’uso delle murrine, piccoli dischetti di vetro composti, a loro volta, da fili di vetro di colori diversi, fusi in un unico stelo. Le sezioni di queste canne appaiono simili a fiori o petali e vengono racchiuse, in modo creativo e in numero variabile, in altri oggetti in vetro più grandi, dai vasi ai fermacarte ai gioielli. Non era mai accaduto finora, tuttavia, che il vetro millefiori sposasse un prodotto numismatico. A pensarci è stata Coin Invest Trust con una moneta da 5 dollari battuta per le Isole Cook con la regina Elisabetta al dritto ed un cuore di vetro millefiori circondato da un’altra fascia circolare policroma all’esterno. Tra le due parti, spicca il bianco vivido dell’argento: la moneta, infatti, è prodotta in 999 esemplari a 999 millesimi per un peso di 20 grammi e un diametro di ben 65 millimetri. A coniare questa particolarissima emissione, tutt’altro che semplice sotto il profilo della realizzazione tecnica, è stata la zecca privata tedesca B.H. Mayer’s Kunstprägeanstalt GmbH.