(di Elisa Sixt) | Le monete di Provins furono emesse dai conti di Champagne tra il 1125 e il 1253. Provins era una città dell’omonima contea della Francia settentrionale, sede della corte comitale e di una delle principali fiere regionali. Il provisino fu un conio di larga circolazione internazionale e oggetto di ampia domanda, grazie ad un alto contenuto di intrinseco, particolarmente tra il 1160 circa e la prima metà del XIII secolo, periodo corrispondente al massimo successo commerciale della regione. Fu proprio grazie ai commercianti che si recavano alle fiere di Champagne che questo denaro si diffuse in tutta Europa. In questa regione, nodo d’incontro per varie merci, si tenevano, infatti, fiere con cadenza regolare tutto l’anno e i commerci si basavano tutti sulla moneta locale.
Scena di mercato medievale (source: web)Per varie vicissitudini politiche, i papi non emisero moneta propria a Roma dalla fine del X secolo fino ad almeno la metà del XIV secolo e per quasi due secoli a Roma cessò del tutto la coniazione. In questo periodo circolavano nell’Urbe diversi nominali che costituivano essi stessi la valuta effettiva sia di conto che di circolante. La valuta effettiva era costituita inizialmente da denari pavesi e lucchesi. Denari ottoniani ed enriciani, di Corrado il Salico, di Pavia, Lucca, Milano, Venezia costituivano la maggior parte del circolante con effettivo valore di moneta di pagamento; ad essi erano affiancate monete straniere, quali i denari normanni (Rouen), anglo-sassoni, e provisini. I denari pavesi e lucchesi furono poi gradualmente sostituiti dai provisini di Champagne che avevano lo stesso valore.
Denari enriciani pavesi (source: Artemide)A Roma il denaro di Provins ebbe corso legale con un valore corrispondente a mezzo denaro pavese e parificato a un denaro lucchese. La prima notizia di denari provisini a Roma risale a un documento del 1156. Circolarono per circa mezzo secolo, dal 1155, prima come moneta straniera, poi come moneta locale, con il ruolo di moneta dominante fin dall’inizio, espandendosi quindi nel Lazio meridionale e nella Sabina. Intorno al 1170 era divenuto l’unica moneta per le transazioni e per tale motivo espressamente richiesto con apposite clausole contrattuali. Con la riapertura della zecca di Roma il provisino di Champagne fece parte del doppio sistema di valori insieme al nuovo denaro provisino senatoriale, per venire poi sostituito da quest’ultimo nel 1184.
Il prototipo del denaro provisino, quello di Tebaldo II coniato tra il 1125 e il 1152 (source: web)Il denaro di Provins arrivava a Roma, oltre che con i mercanti provenienti dalle fiere della Champagne, anche tramite i pellegrini che, in occasione del loro transito nell’Urbe, lasciavano alla Camera apostolica ingenti somme di denari come oblazione o come tassa per la protezione da parte della Chiesa verso le persone e i loro beni. Alla seconda crociata (1147-1149), infatti, parteciparono molti sudditi della contea di Champagne, e ancor più nella terza (1189-1192), che si concluse con la proclamazione di Enrico II di Champagne (1166-1197) re di Gerusalemme. Varie furono le ragioni per cui il provisino di Champagne divenne la moneta dominante a Roma: il buon contenuto intrinseco, la cessata coniazione del “buon denaro pavese” (1100), il lento ma continuo svilimento del denaro lucchese durante il XII secolo e infine la necessità di mantenere inalterato un sistema di prezzi basato sul denaro pavese. A Roma la moneta ebbe varie denominazioni: “provisinus”, “proveniensis”, “priviscinus”, “priviensis” e “privinnensis”. Dal 1184 nei documenti romani appare come “provisino de manganello” o “ad manganum” e a partire dal 1203 è menzionato come “de flore”.