(di Antonio Castellani) | Secondo quanto pubblicato a questo indirizzo dal noto quotidiano britannico, “l’Italia tornerà alla lira entro due anni”. Anche all’estero, dunque, si parla della proposta del Movimento 5 Stelle di un referendum popolare per uscire dall’euro che sarebbe, secondo i sostenitori della tesi, “l’unica via d’uscita per l’economia italiana”. Prosegue l’articolo: “L’Italia si prepara ad imboccare l’uscita. Anche se l’ipotesi di uscire dall’Euro può sembrare fantasiosa per uno dei membri fondatori, c’è una crescente sensazione che fra non più di 2 anni da oggi, Roma sarà nuovamente amministrata dalla propria moneta”. E più avanti: “C’è stato un tempo in cui la classe media italiana non voleva sentir parlare di un’uscita dell’euro. L’uscita dell’euro avrebbe portato ad un’enorme calo della ricchezza. Questa paura sembra essere evaporata oggi. Il M5S di Beppe Grillo si è schierato a favore dell’uscita dall’euro. Il comico diventato politico sta promuovendo un referendum per uscirne”.
Il quotidiano inglese attacca poi Mario Draghi. “Gli italiani – scrive – hanno aspettato tre anni che il presidente della B.C.E. iniziasse a stampare moneta coma già fanno la Banca d’Inghilterra e la Federal Reserve. Draghi parla all’infinito di immettere liquidità nelle economie in difficoltà dell’Eurozona, per poi tirarsi indietro. La settimana scorsa è successo di nuovo. Gli italiani hanno bisogno di una svalutazione della moneta. E’ l’unica via di salvezza. Un ritorno alla lira sarà doloroso. Eppure sembra che gli elettori siano disposti a contemplare questa possibilità per fermare la deriva dell’economia italiana”. Ma, ci chiediamo, si è tenuto conto delle conseguenze?