(a cura della redazione) | Sono stati oltre due milioni, il 9 novembre scorso, i cittadini catalani che si sono presentati alle urne per il referendum “simbolico” (perché dichiarato privo di valore legale) sull’indipendenza della Catalogna e l’80,72% dei votanti ha detto sì. I dati sono stati resi noti dalla vicepresidente della Generalitat Joana Ortega che, nel corso di una conferenza stampa a Barcellona, ha spiegato che solo il 10,11% ha risposto sì alla prima domanda (sull’ipotesi di concedere lo status di nazione alla Catalogna) e no alla seconda (sull’ipotesi concedere l’indipendenza alla Catalogna), mentre il doppio no ha avuto solo il 5,5% e le schede bianche sono state il 9,56%. Ovviamente, la vittoria a stragrande maggioranza del sì è dovuta al fatto che a votare sono stati soprattutto, anzi quasi esclusivamente, gli indipendentisti.
Manifestazione indipendentista a Barcellona (source: web)Sta di fatto che, nell’imminenza della consultazione, i cui risultati hanno comunque costretto il premier spagnolo Mariano Rajoy a mostrare segnali di apertura verso le richieste catalane di una maggior autonomia, sono apparsi sul mercato anche gli “euro” della fantomatica Republica Catalana. Fatti coniare in Cina, i gettoni (attenzione, non si tratta di monete!) hanno spopolato tra i sostenitori dell’indipendenza e, fatto ancor più curioso, sono stati ideati e progettati dallo stesso governo regionale. Riporta Gian Antonio Orighi ne “La Stampa” del 26 ottobre scorso: “Arriva il separatismo numismatico catalano. Il governo regionale di Barcellona ha fatto coniare al Gremi de Filatèlia i Numismàtica (Corporazione di Filatelia e Numismatica) 45 mila monete che sembrano euro. Ci sono tutte le pezzature, da 1 cent a 2 euro. La nuova offensiva indipendentista, che l’ente prescelto ha fatto fare in Cina, è molto riuscita. A prima vista non si distinguono gli spiccioli falsi dagli originali: ‘El Mundo’ ha provato ad usarli e sei commercianti su sette li hanno presi per buoni. Il pack degli ‘euro catalani’, composto da otto pezzi, costa 23 euro”.
Le pseudo-monete catalane messe sul mercato con il beneplacito della Generalitat catalana (source: web)Sulla “moneta” da “2 euro” è impresso lo slogan “Vivremo liberi o moriremo”. Su quella da “1 euro”, a fianco del numero, appare una cartina geografica d’Europa in cui la Catalogna, staccata dalla Penisola iberica, sembra un’isola del Mediterraneo. Nei 5 centesimi, invece, appare il progetto massimo dell’indipendentismo, la riunificazione dei cosiddetti PaÏsos Catalans, che comprendono non solo la regione di Barcellona, ma anche le Baleari e la regione di Valencia, dove si parla più o meno la stesso vernacolo locale. “La trovata – prosegue tuttavia Orighi – rischia di costar cara, visto che ha avuto l’ok del governo regionale. Scrive ‘El Mundo’: ‘Nel 2004, dal Consiglio Europeo, l’olandese Hans Hoogervorst avvisò che ogni Stato è garante della protezione dell’euro contro medaglie e gettoni simili. Adesso la patata bollente è nelle mani del governo di Madrid, del Ministero delle Finanze e del Banco de España, con competenze esclusive per coniare monete’”.