di Celeste Colombo. Per Venezia il Duecento fu un periodo di grande crescita: aumentò il ceto urbano, aumentò il suo potere d’acquisto e anche il tenore di vita. Erano cambiati anche i modelli di consumo, con una maggiore propensione all’ostentazione del lusso, manifestazione della crescente raffinatezza della quotidianità. Tutto questo sostenuto da un’offerta più ricca e diversificata di merci, la cui acquisizione era resa possibile dalla potenziata capacità della città di proporre adeguati mezzi di scambio con i mercati orientali: prodotti finiti, materie prime ma anche monete d’oro.
Lo zecchino
Il fiorino, introdotto a Firenze a metà del secolo, ispirò la moneta di Venezia. Gli esemplari delle due città rivali avevano stesso peso (3,5 grammi) e stessa composizione (oro 24 carati). Battuto per la prima volta nel 1284, inizialmente si chiamava ducato, con riferimento al potere del doge. Ma da metà Cinquecento divenne per tutti zecchino, per valorizzare l’altissimo tenore d’oro – 997 millesimi, il massimo che la tecnica dell’epoca potesse ottenere – garantito dalla zecca incaricata della sua produzione.
Sul diritto illustrava il doge, signore della città, con il Vangelo in mano e inginocchiato davanti al patrono san Marco, che gli porge il vessillo della repubblica; sul rovescio la figura di Cristo benedicente è racchiusa dentro un’aureola a forma di mandorla costellata di stelle, mentre la legenda recita Sia affidato a te, o Cristo, questo ducato che tu governi. L’iconografia rimase pressoché inalterata per tutto il periodo di coniazione, fino al 1797, quando il trattato di Campoformio mise fine all’indipendenza, anche monetaria, della Serenissima. In 500 anni di utilizzo lo zecchino subì un’evoluzione stilistica minima e solo lievissime modifiche nei soggetti, così impercettibili da rendere quasi irriconoscibili i vari dogi: si notano solo nell’abbigliamento, specialmente nel copricapo. Lo stesso soggetto ripetuto in serie era quasi il logo stesso della città emittente e una garanzia della validità delle sue monete. Come il fiorino, anche lo zecchino ebbe un successo immediato e duraturo, garantito dall’invidiabile potere di Venezia e dalla sua rete commerciale: divenne la moneta d’oro più prestigiosa nelle piazze commerciali del Mediterraneo.