di Roberto Di Michele | All’aspetto si presenta come una moneta d’argento con la scritta Carolus su due righe sul diritto (con A e R legate a monogramma) a indicare il regno di Carlo Magno. Sul rovescio invece campeggia la scritta Sen con una piccola croce formata da quattro globetti sopra la lettera E. Il tutto dentro un bordo perlinato. Pesa 1,31 grammi e il diametro è di 18 millimetri.
Di questo denaro databile al periodo fra il 768 e l’814 esistono pochissimi esemplari, di cui uno è conservato al Museo di Berlino e proverrebbe dal ripostiglio di Luna presso Sarzana; un altro apparteneva a Vittorio Emanuele III e arrivava da un tesoretto di denari di Carlo Magno che il re collezionista descrisse così: «Erano quasi tutti di oltralpe ma fra gli italiani abbondavano i soliti di Pavia e Milano; mancavano completamente quelli di Treviso, Parma; ve ne erano tre di Lucca e uno di Siena, rarissimo, che ho acquistato. Inutile aggiungere che vi mancavano Pisturia, Sidrio e Florentia, zecche carolinge di cui si conoscono sulle dita i pezzi di indubbia autenticità».
Le due ipotesi: italiana e francese
La dicitura Sen, il ritrovamento in Italia, il diametro (largo, anche se inferiore a quello dei denari di Milano) farebbero propendere per l’attribuzione alla zecca di Siena, la più accreditata per la produzione della moneta. Carlo Magno, di passaggio per la Toscana, avrebbe concesso alla cittadina particolari onori e privilegi tra cui il diritto di zecca. Ma l’attribuzione fu presto messa in dubbio da alcuni studiosi, che preferirono ipotizzare la località francese di Sens, sulla base della forma delle lettere e la presenza della croce, che ricorre su una sola moneta francese e non su esemplari italiani. Sull’argomento si sono interrogati, senza però giungere a una conclusione definitiva, fra gli altri, Jean Lafaurie, in Zecche minori toscane fino al XIV secolo (Atti del terzo convegno di studi, Pistoia 1967), Beatrice Paoletti Strozzi, Giuseppe Toderi e Fiorenza Vannel Toderi in Le monete della Repubblica senese (Milano 1992) e Gianni Paoletti su Cronaca numismatica (gennaio 1995).