(di Luca Alagna) | Il testo di questo articolo rappresenta quanto esposto nel corso della tavola rotonda organizzata a Roma lo scorso 16 settembre dal Circolo Numismatico Romano-Laziale e dalla Numismatica Moruzzi sul tema “Numismatica & slab, una moda o il futuro?” e presenta il punto di vista, sul tema delle certificazioni e degli strumenti tecnici ad esse collegati, dei Numismatici Italiani Professionisti. L’attività dell’associazione, infatti, si è sempre rivolta con attenzione al monitoraggio delle certificazioni, mettendo in evidenza come vi sia una grande varietà di metodologie che vengono utilizzate nella compilazione delle stesse. Il problema maggiore lo si riscontra nell’interpretazione (discrezionalità) dello stato di conservazione, se non addirittura nella totale mancanza dello stesso (certificati senza indicazione della conservazione, ma solo dell’autenticità).
Prima di condividere quale è stata la strada segnata dalla NIP sul tema delle certificazioni, faccio una piccola considerazione sulla situazione attuale dei periti in Italia. Il Ruolo dei Periti e degli Esperti oggi, ha funzioni di pubblicità conoscitiva, ossia fa conoscere le persone ritenute idonee ad effettuare perizie in determinate categorie merceologiche, senza attribuire alcuna qualificazione esclusiva. Nello specifico, l’iscrizione nel citato ruolo della CCIAA non è abilitante (nel senso che l’attività di perito ed esperto può essere esercitata da chiunque, essendo attività libera), ma serve quale “referenza” nell’espletamento dell’attività in quanto dimostra e garantisce la preparazione e la competenza del perito e dell’esperto nelle materie oggetto dell’iscrizione.
Tale attività si concretizza generalmente nel fornire una prestazione d’opera non intellettuale, disciplinata dall’art. 2222 e seguenti del Codice civile. L’attività consiste nell’assistenza tecnica in quelle attività o settori per i quali sia richiesta una particolare competenza specifica. Gli iscritti nel ruolo esplicano funzioni di carattere prevalentemente pratico, con esclusione di quelle attività professionali per le quali esistono albi, ruoli oppure ordini professionali regolati da apposite disposizioni.
E’ fondamentale poi evidenziare la netta distinzione fra il Ruolo dei Periti e degli Esperti e il Ruolo dei cosiddetti “Periti di Tribunale”; quest’ultimo, infatti, è disciplinato dal R. D. 18.12.1941 n. 1368 (“Disposizioni per l’attuazione del Codice di Procedura Civile”), la denominazione esatta è “Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice” e raccoglie i nominativi di coloro che, forniti di speciale competenza tecnica in una determinata materia, possono esercitare le funzioni di consulenza per il Tribunale. L’iscrizione in uno di detti albi non preclude l’iscrizione all’altro, anzi, l’iscrizione nel Ruolo dei Periti e degli Esperti della CCIAA può essere considerata titolo valido per l’iscrizione all’Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice.
La Camera di Commercio forma il Ruolo dei Periti e degli Esperti della relativa provincia, articolato in un elenco di categorie e sub-categorie comprendenti funzioni, merci e manufatti, in relazione alle singole attività economiche di produzione e di servizi che si svolgono sul territorio provinciale, approvate poi dal Ministero dello Sviluppo Economico. In conclusione vediamo che, essendo il ruolo del perito, un ruolo aperto a chiunque, questo fatto genera una certa “confusione professionale” che inevitabilmente si riversa sulla qualità delle certificazioni.
La NIP è stata riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico secondo quanto previsto dalla legge n. 4/2013 (grazie anche al fondamentale supporto del COLAP). Noi, come associazione abbiamo intrapreso e condotto a termine questo percorso perché ci siamo resi conto di quanto fosse importante e indispensabile fare un passo verso i cittadini-utenti (in termini di qualità e di servizi). Con questa legge sono stati stabiliti importanti obiettivi di carattere giuridico, economico e sociale. La legge infatti si inserisce in un quadro di norme a tutela dell’utenza e si propone di far questo attraverso alcuni strumenti: valorizzare la trasparenza, la competenza e la qualità del professionista al fine di coadiuvare il cittadino-utente nella scelta consapevole; responsabilizzare ed affidare alle associazioni il ruolo di garanti e promotori di tale qualità e competenza.
Il sistema proposto dal MISE si fonda sulle eccellenze introducendo un sistema competitivo basato non solo sul “miglior prezzo”, ma soprattutto sul merito e sulle competenze del professionista (rafforza ed esige, infatti, competenze professionali e non commerciali). Alla luce di questo la NIP muovendo affinché i propri associati seguano con rigore le basilari norme per effettuare certificazioni chiare e il più possibile uniformi, tanto è vero che stiamo provvedendo alla definizione di circolari che definiscano il contenuto minimo che tutte le certificazioni dovranno avere.
Inoltre, riconosciuta l’esigenza di dare una giusta collocazione, in un mercato professionale e professionalizzante fortemente caratterizzato dal dinamismo delle modalità di costruzione e acquisizione della conoscenza (forse anche, talvolta, da un po’ di confusione) la NIP ha creato nel 2011, al proprio interno, un Albo peritale che è stato denominato ANPE; a seguito del riconoscimento da parte del MISE è divenuto RENNPE (Registro Nazionale NIP Periti Esperti). Il prossimo obiettivo che la NIP si è posta è quello di subordinare l’acquisizione del titolo di Perito Numismatico presso CCIAA e tribunali, all’iscrizione in albo professionale, così come avviene per altre categorie (avvocati, ingegneri, medici, commercialisti).
Inutile sottolineare che, prima di affrontare il tema delle certificazioni di qualità, la NIP ha dovuto affrontare un percorso interno di qualità che ci ha visto impegnati nella definizione di un apposito Regolamento. Quando abbiamo redatto la prima versione, abbiamo stabilito in un’apposita riunione a cui hanno partecipato tutti gli iscritti all’Albo che, come scritto nel sito NIP: “Le certificazioni effettuate per le monete antiche e predecimali vengono effettuate tramite apposite schede, esclusivamente fornite dalla NIP con l’ologramma di garanzia prestampato, sulle quali è apposta la descrizione della moneta, del suo stato di conservazione, di eventuali difetti visibili o occulti, della bibliografia, della fotografia, della dichiarazione di autenticità e, nel caso di vendita dell’esemplare da parte del perito, di dichiarazione di provenienza. Le certificazioni per le monete decimali vengono effettuate tramite la tradizionale sigillatura in bustina che deve comunque obbligatoriamente possedere la dichiarazione di autenticità, la precisa indicazione della conservazione, i riferimenti bibliografici e l’apposito ologramma di garanzia sul retro del cartellino. Nell’area riservata del sito NIP, è visibile la scheda con le indicazioni per gli stati di conservazione e vari esempi fotografici delle stesse”.
Questa strada, speriamo e crediamo possa portare ad un miglioramento in termini di uniformità e quindi di qualità all’interno dei Numismatici Italiani Professionisti e magari – perché no – una condivisione di principi e metodologie anche al di fuori della NIP. Condivido la richiesta e l’esigenza di regole certe a garanzia del cittadino-utente. Certamente il cammino è lungo, ma abbiamo gli strumenti per garantire trasparenza e qualità, usando e migliorando quanto abbiamo, fatto sicuramente indispensabile perché si possa realizzare concretamente un vero e proprio cambiamento culturale nel settore numismatico. E’ innegabile, infatti, che di questo si tratta, affinché ci sia la massima collaborazione tra professionisti e collezionisti nell’ambito, ovviamente, di un quadro normativo che ci si auspica sempre più sensibile ed attento a questi aspetti.