(di Realino Santone) | Nel settembre 1494 re Carlo VIII di Francia scese in Italia per conquistare il Regno di Napoli con un esercito forte di 30.000 uomini armati di molti pezzi di artiglieria. Entrò a Napoli il 21 febbraio 1495, di fatto senza combattere, mentre il re Ferdinando II (Ferrandino) si rifugiava nel castello di Ischia. Durante il breve regno del sovrano francese si coniarono monete in argento (carlini) nelle zecche di Napoli, Aquila, Sulmona, Chieti, e monete in rame (cavalli) nelle zecche di Napoli, Aquila, Sulmona, Chieti, Ortona, Sora e in una zecca “incerta” per il conte Pardo Orsini, fino ad oggi identificata nella città di Manoppello, forse per il titolo riportato sulla moneta CO MA ovvero “Comes Manuppelli”.
Il duca di Sora e Alvito, Pietro Giovanni Paolo Cantelmo, uno degli uomini più potenti del Regno, già nel 1459-1463 aveva coniato dei bolognini in argento con il proprio nome, e si era schierato con i francesi guidati da Giovanni D’Angiò contro re Ferdinando I D’Aragona. Il Cantelmo si schierò nuovamente con i francesi anche all’arrivo di re Carlo VIII e, proprio in questo breve periodo, il duca potrebbe essere rientrato in possesso del feudo di Sora dove si coniarono i cavalli con al dritto lo scudo di Francia e il nome del re, e al rovescio una croce ancorata circondata dal nome del nobiluomo.
La particolarità della variante che presentiamo in questa nota è quella di non riportare al rovescio le lettere PA iniziali di PA[VLVS]; una variante che risulta finora non censita in nessuno dei testi consultati, anche nelle più recenti pubblicazioni, e che rende questa moneta interessante e rara. Questa la descrizione dell’esemplare, apparso in asta VL Nummus n. 7 (lotto 1992): D/ : KROLUS ° D ° G ° R ° FR ° SIC ° IE ; tre gigli di Francia in campo libero sormontati da corona; R/ ° PE ° I ° CA ° SO ° ALB ° DUX ; croce ancorata. Rame, peso g 1,28, diametro mm 18.