(di Antonio Castellani) | Parafrasando il don Abbondio di manzoniana memoria, una delle più rare monete della zecca di Sabbioneta – oggi in provincia di Mantova – ci racconta l’esistenza di questo personaggio, duca della città e del suo feudo tra il 1644 e il 1684. Coniato nel 1666, in argento, questo ducatone è infatti noto in appnea cinque esemplari e quello qui illustrato venne messo all’asta nel 2006 da NAC Numismatica Ars Classica (mm 44,3, g 31,32).
Al dritto la legenda • NICOLAVS • D • G • SABLONET – DVX • ET • OBSTIL • PRIN • ET • C •; stemma coronato e inquartato di Ramirez nel I, Carafa nel II, Gonzaga nel III e Spagna nel IV quarto, caricato in cuore di scudetto con aquila e motto LIBERTAS in fascia obliqua; intorno, Collare del Toson d’Oro. Al rovescio, • LVNA • SVB • PE • – • DIBVS • EIVS • •; la Beata Vergine, nimbata e velata, con il Bambino in braccio, stante di fronte su crescente lunare, accostata da raggi e nubi stilizzate. Asse a 180° (“CNI” n. 1. Bignotti p. 48 n. 1; Gamberini IV, n. 679; “MIR” n. 951; Magnaguti manca; Davenport n. 4146).
“Moneta della più grande rarità – si legge nel catalogo di vendita – questo ducatone rappresenta l’unica testimonianza dell’esistenza di Nicolò Ramirez de Guzman, personaggio altrimenti sconosciuto. Antonio, unico figlio maschio di Isabella Gonzaga e Luigi Carafa, moriva prematuramente, mentre dal matrimonio della sorella Anna con Filippo Ramirez de Guzman, duca di Medina, nasceva Nicolò. Alla morte dei genitori senza eredi maschi il ducato, come da contratto, sarebbe dovuto ritornare ai Gonzaga di Bozzolo. Difatti Scipione Gonzaga ne rivendicava il possesso e per sancire questo suo diritto faceva battere, sin dal 1639, monete con il titolo di ‘Dux Sablonetae’. Ma nel 1644 gli Spagnoli, che alla morte di Isabella avevano già consentito ad Anna e Filippo di conservare il ducato, vi insediarono il figlio di Anna, Nicolò. La zecca venne chiusa definitivamente con la scomparsa del Guzman, avvenuta nel 1684”.
Una moneta di grande pregio sia per la rarità che per la bellezza dell’incisione del complesso scudo araldico e dell’immagine della Vergine. Una prestigiosa rarità numismatica per una piccola zecca italiana.