(di Roberto Ganganelli) | L’euro tricolore inizia a perdere pezzi, e non è una battuta: dal prossimo anno, infatti, sarà sospesa la coniazione dei tagli da 1 e 2 eurocent, giudicati antieconomici e ormai pressoché inutili nei pagamenti. Lo aveva proposto l’onorevole Sergio Boccadutri (PD) nello scorso maggio, con un emendamento alla manovra correttiva dei conti pubblici dello Stato; emendamento che in seguito è stato approvato dalla Commissione Bilancio della Camera e quindi ratificato, a metà giugno, dal Parlamento.
L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, responsabile del conio delle monete per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, secondo quanto si legge in un recente articolo di “Repubblica.it” (leggi qui) “nel 2015 ha prodotto 405 milioni di pezzi, l’84% composto da monete da 1 e 2 centesimi, rispettivamente 220 e 120 milioni, senza però rendere noto il costo per ciascuna stampa. Secondo le stime inserite in una mozione presentata tre anni fa dallo stesso Boccadutri, nel 2013, il costo sarebbe stato di 23 milioni di euro”.
Da un punto di vista pratico, è stato previsto un meccanismo di arrotondamento, se si paga in contanti, al multiplo di cinque centesimi più vicino. L’impatto della norma – rassicurano dal MEF – sarà monitorato dal Garante dei prezzi che dovrà riferire su base semestrale al Ministero stesso le eventuali anomalie che saranno segnalate all’Antitrust. Una decisione che naturalmente incontra il parere negativo delle associazioni dei consumatori. Secondo il Codacons – sono parole del presidente Carlo Rienzi – “L’addio alle monete da 1 e 2 centesimi darà vita ad arrotondamenti selvaggi dei prezzi al dettaglio con conseguente incremento dei listini, e il previsto monitoraggio da parte del Garante dei prezzi non servirà assolutamente a nulla”.
E’ ancora da capire se, come avveniva negli ultimi anni delle lire, i due tagli minori saranno ancora coniati per i collezionisti dal momento che, anche non più realizzate in gran numero per la circolazione, tutte le monete da 1 e 2 cent rimarranno a corso legale con termine illimitato. E’ probabile che l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, quindi, prosegua a produrre il centesimo con Castel Del Monte e i due centesimi con la Mole Antonelliana (creati a suo tempo, rispettivamente, da Eugenio Driutti e Luciana De Simoni) per inserirli nelle divisionali destinate ai numismatici.
Dati alla mano, la serie divisionale Fdc in euro del 2002 fu realizzata da IPZS in 150 mila confezioni, scese già a 50 mila nel 2003 e a 35 mila nel 2004. In seguito, il calo è stato costante fino ad un minimo di 10 mila serie nel 2013. Per il 2017, la tiratura prevista è di 11 mila blister. Per quanto riguarda la divisionale con moneta in argento, dai 50 mila blister del 2002 ci si attesterà nel 2017 ad appena 10 mila serie; dati non dissimili da quelli della divisionale proof che, dai 12 mila astucci del 2002, nel 2017 è prevista in produzione con una tiratura massima pari a 3 mila cofanetti.
Dunque, con la sospensione del conio dei pezzi da 1 e 2 eurocent, le presse della Zecca sforneranno al massimo, nel 2018, 25/30 mila esemplari di ciascun tipo. Due piccole rarità testimoni, come a suo tempo le pezzature da 1 a 20 lire, del passare del tempo e, in qualche modo, della fine di un’epoca.