(di Mathias Paoletti) | La Banca Nazionale della Repubblica Ceca ha deciso pochi giorni fa di sganciare la valuta nazionale di Praga, la koruna, dall’euro. Il tasso di riferimento – praticamente fisso – di 27 corone per euro, in vigore da tre anni, è stato abbandonato. Gli osservatori si chiedono ora se il paese, piccolo ma molto industrializzato e integrato con le economie dell´Eurozona, stia pensando anche di rinunciare al suo obiettivo di entrare nella moneta unica (quell’euro al quale appartiene invece, già dal 2009, la vicina Slovacchia). Si allontana perciò, anche per i collezionisti, la possibilità di ampliare le proprie raccolte con le monete di un nuovo membro di Eurolandia.
La decisione ha un doppio sfondo. Primo, le elezioni del prossimo autunno, il cui esito si annuncia incerto, e a cui il premier socialdemocratico Bohuslav Sobotka vuole arrivare nelle migliori condizioni possibili. Secondo, negli ultimi mesi la corona cèca è stata nel mirino degli speculatori internazionali. La decisione ricorda la scelta fatta nel gennaio 2015 dalla Svizzera (non membro dell’Unione) di sganciare il franco dall’euro, scelta che provocò un terremoto finanziario colpendo l’euro con il piú massiccio deprezzamento da quando era stato introdotto nel 2002.