(di Roberto Ganganelli) | Correva l’anno 1980 quando, dalle presse della Zecca di Roma, uscì una moneta per molti aspetti rivoluzionaria: si trattava, infatti, della prima coniazione commemorativa nel taglio da 200 lire, introdotto appena tre anni prima al tipo del profilo del profilo femminile sul dritto e del valore entro ruota dentata sul rovescio. Quei soggetti, pur replicati anche nel 1980, su 48,5 milioni di monete cedettero il posto a colei che, a tutt’oggi, rimane l’unico personaggio femminile che sia stato effigiato su una moneta destinata all’effettiva circolazione in Italia: la pedagogista Maria Montessori (1870-1952).
Occasione dell’omaggio numismatico fu la campagna indetta dalla FAO, l’Agenzia ONU per l’Agricoltura e l’Alimentazione, sul tema “Valorizzazione della donna”; non a caso, il bel rovescio modellato dal maestro Sergio Giandomenico ci mostra una madre seduta, con il figlioletto che le cinge le spalle mentre lei, sorridente, legge un libro; ai suoi piedi una vanga e, il tutto, con sullo sfondo una stilizzazione dei meridiani e dei paralleli del globo terrestre.
All’accesso ai diritti e alle pari opportunità da parte delle donne, soprattutto nei paesi meno liberi e meno sviluppati, fu dunque dedicata la moneta, e non soltanto ad una grande donna italiana che con il suo metodo didattico e le ricerche di un’intera vita ha rivoluzionato il modo stesso di insegnare ai più piccoli, di aprire le menti dei bambini non tanto alle nozioni, quanto ai metodi e agli strumenti del ragionamento libero e creativo.
Quella stessa libertà di pensiero e quella cultura che, da sole, potrebbero cancellare dal mondo parole come violenza, stalking e femminicidio, ma anche come discriminazione, pregiudizio e luogo comune. Parole troppo spesso riferite alle donne, a quelle donne cui anche la numismatica italiana dovrebbe più spesso rendere omaggio, non soltanto come figure ideali ma per il concreto, costante e insostituibile contributo che – famose o anonime che siano – danno ogni giorno al nostro paese.