(informazione pubblicitaria) | “Save the date!” – e stavolta è proprio il caso di sottolinearlo in inglese – dal momento che mercoledì 30 novembre e giovedì 1° dicembre, presso la sede di Aste Bolaffi in Via Cavour 17 a Torino, andrà in scena un incanto numismatico il cui catalogo, ricco di 1828 tra lotti singoli e multipli, vede in copertina proprio una sovrana in oro della regina Vittoria, una tra le tante della prestigiosa selezione proposta. Una moneta, la sovrana, che è giunta al traguardo dei due secoli di vita e che, in ragione della sua bellezza e del suo contenuto aureo, continua ad essere un must per appassionati di tutto il mondo e di cui Aste Bolaffi proporrà una delle collezioni più organiche e prestigiose apparsa sul mercato negli ultimi anni a livello globale. Una raccolta di oltre 200 esemplari messa insieme dal proprietario nel corso di un trentennio di ricerche e che comprende – oltre alla prima sovereign, quella del 1817 a nome di Giorgio III – sterline in oro rare come quella del 1838 zecca di Londra, a nome di Vittoria, quelle di Giorgio V del 1912 coniata in Canada, ad Ottawa, quella di Giorgio VI del 1937. Senza contare gli esemplari proof e particolari come quello prrof del 1839 coniato dalla Royal Mint di Londra con allineamento dei coni a medaglia, o quello del 1879 con ancora tracce di lucentezza dei fondi o, per Giorgio V, la fenomenale sovrana coniata a Sydeny nel 1923, uno dei migliori esemplari di questo tipo apparsi sul mercato.
Passando in rassegna il resto del catalogo, l’apertura è dedicata alle monete greche e romane. Duecentododici lotti tra i quali si segnalano belle rarità magno greche come lo statere di Metaponto del 330-290 a.C. (lotto 10, 2000 euro) e le magnifiche 100 litre di Siracusa di Dioniso I, 405-367 a.C. (lotto 27, 15.000 euro). Dall’area greca continentale e insulare provengono invece, tra le altre, uno statere postumo per Pella del 323-316 a.C. (lotto 32, 3000 euro) ed uno per Lampsa del 336-323 a.C. (lotto 35, 3000 euro) a nome, rispettivamente, di Filippo II e Alessandro III di Macedonia.
Vasta e piacevole la selezione di denari romani repubblicani, mentre per le monete pre-imperiali spicca un aureo del 46 a.C. con al dritto ritratto femminile velato e al rovescio brocca tra “lituus” e scure (lotto 106, 3000 euro). Altre aurei rappresentano l’affascinante monetazione imperiale con Augusto, Tiberio, Nerone e Vespasiano, Tito, Domiziano e Traiano. Per quest’ultimo, in particolare, nel metallo più prezioso è presente un esemplare del 101-102 d.C. con ritratto laureato al dritto ed Ercole stante su un altare al rovescio (lotto 139, 3000 euro). Per Settimio Severo, invece, è proposto un aureo con ritratto e Marte in cammino del 195 d.C. (lotto 164, 7500 euro). Tra le monete dell’Impero Romano in asta da Bolaffi, ovviamente, anche numerosi denari, sesterzi, antoniniani di qualità e rappresentativi di tipologie interessanti.
Da non perdere, per gli appassionati di monete bizantine, i numerosi solidi – da Anastasio I, 491-518, a Romano III, 1028-1034 – che ci portano alla scoperta del potere di Costantinopoli attraverso le monete auree, mentre per le zecche italiane si segnala una bella serie di monete in oro e in argento della Repubblica di Genova, comprendente genovini e zecchini in oro, scudi stretti e larghi , monete del periodo finale di autonomia della città.
Per Milano spiccano invece alcuni rari mezzi ambrogini del periodo visconteo e un fantastico ducato in oro di Galeazzo Maria Srorza (1466-1476) con ritratto al dritto ed elmo con cimiero e tizzoni al rovescio (lotto 280, 4000 euro). Anche Venezia è ben rappresentata, oltre che sull’oro di ducati e zecchini, con interessanti scudi in argento da 149 soldi e altre pezzature di pregio, comprese alcune oselle in argento del Settecento.
Altre officine monetarie italiane presenti in catalogo sono Mirandola, Parma e Piacenza, Modena e Reggio, Bologna e Lucca. Dal capoluogo toscano, in particolare, provengono alcuni talleri per Pisa ed – estremamente raro -il quarto di ducatone o testone del 1630 di Ferdinando II de’ Medici con Cristiano di Lorena (lotto 394, 1500 euro).
Tra le monete papali, che seguono in catalogo, piastre, mezze piastre e testoni di grande varietà e bellezza figurativa con soggetti che spaziano dall’allegorico all’architettonico fino a vere e proprie “istantaneee” d’epoca come la celebrazione degli anni santi e dei concistori. Anche gli appassionati del Regno di Napoli e delle Due Sicilie possono contare su esemplari interessanti, ma di assoluta eccezione risulta la doppia tripolina battuta a Messina su un dinar nordafricano da Ferdinando il Cattolico (1479-1516) che, di grande rarità, è proposta al lotto 545 alla base di 10.000 euro.
Per quanto riguarda la monetazione decimale, in asta Bolaffi sono proposti innanzi tutto due esemplari del marengo “prototipo”, quelli dell’anno 9 e 10 della Repubblica Subalpina (lotti 556-557, 1200 e 1500 euro); presenti anche scudi del Governo Popolare di Bologna, della I Repubblica Romana, di quella Napolitana e, a seguire, monete del periodo napoleonico e del Granducato di Toscana. Di grande pregio e fascino gli 80 fiorini del 1828 proposti a 7500 euro al lotto 619 e giudicati PCGS MS62.
Molte monete rappresentano il plurisecolare potere di Casa Savoia, ad iniziare dai 4 grossi di Carlo II (1504-1533) di variante non illustrata né dal “Corpus”, né dal Simonetti e dal Biaggi, che, per la sue estrema rarità, al lotto 707 si merita 2000 euro di base d’asta. Stessa base per la doppia della Reggenza di Vittorio Amedeo II (1675-1730) proposta al lotto 715 e recante i ritratti del giovane duca e della madre (al dritto) e lo scudo araldico coronato (al rovescio).
Ben 20.000 euro è la base della rarissima 80 lire oro di Vittorio Emanuele I del 1821, coniata a Torino e qui proposta in eccezionale conservazione; marenghi, doppi marenghi, altre monete in oro da 80 lire seguono nel catalogo; con Carlo Alberto debuttano invece i tagli, propriamente decimali, da 100 e 50 lire in oro di cui suono proposte ampie selezioni per date e zecche.
Scudi da 5 lire in argento e marenghi in oro di Vittorio Emanuele II aprono la sezione – di oltre 150 esemplari – dedicata al Regno d’Italia; non mancano i massimali da 100 lire del 1878 (lotto 888, 20.000 euro) e di Umberto I, sovrano per il quale viene offerta anche una notevole 50 lire 1884 (lotto 898, 3000 euro). Del re numismatico Vittorio Emanuele III spicca lo scudo da 5 lire del 1901, proposto alla base di 30.000 euro al lotto 911, assieme alla 100 lire Aquila araldica del 1905 (lotto 916, 5000 euro).
Aratrici, monete del Cinquantenario del Regno, Fascioni e Fascetti seguono in catalogo; tra i ben quattro esemplari della 100 lire 1925 Vetta d’Italia se ne segnala, al lotto 958, uno di elevata conservazione e con sabbiatura praticamente integra. Anche i rari conii in oro da 100 e 50 lire Impero sono offerti in asta Bolaffi. Passando alla Repubblica Italiana, le 500 lire Bandiere controvento sono proposte a 5000 euro al lotto 998, mentre per il Vaticano moderno sono in catalogo numerose 100 lire in oro di Pio XI, Pio XII e Giovanni XXIII, senza contare emissioni auree in euro, recenti per coniazione ma già divenute delle rarità.
Il catalogo dell’asta Bolaffi del 30 novembre e 1° dicembre prosegue con monete mondiali soprattutto in oro e in argento, mentre per le medaglie spicca la serie completa di 40 coniazioni in bronzo fatte realizzare da James Mudie per celebrare i successi di Giorgio III. Offerte assieme al coevo volume che le illustra, le medaglie formano un raro insieme e sono offerte a 1800 euro di base al lotto 1575. Chiudono il catalogo le sezioni dedicate alla cartamoneta, soprattutto italiana, e ai lotti multipli, da esaminare come sempre con molta attenzione e che, spesso, riservano piacevoli sorprese!
Accedi qui per il catalogo Pdf nel nostro sito.
Accedi qui per registrarti all’asta.
Per concorrere live utilizza le seguenti piattaforme:
Sixbid: clicca qui.
Numisbid: clicca qui.
The Saleroom: clicca qui.
Biddr: clicca qui.