(a cura della redazione) | Quanto sia importante la presenza o meno di certe monete in contesti archeologici è noto a tutti i numismatici; viceversa, una stessa moneta – pure pregevole sotto il profilo mercantile – non presenta alcuna eccezionalità se non se ne conosce con certezza la provenienza o se viene svincolata dal sito di rinvenimento. A riprova di ciò, è recentissima la notizia che un raro e ben conservato aureo con il ritratto dell’imperatore Nerone è stato ritrovato da ricercatori americani dell’Università di Charlotte (North Carolina) in un recente scavo sul Monte Sion, fuori la Città Vecchia di Gerusalemme. Ne ha dato notizia il portale “ScienceDaily.com” (leggi qui l’articolo completo).
La scoperta della moneta, coniata nel 56-57 d.C., “è eccezionale” – hanno spiegato Shimon Gibson, James Tabor e Rafael Lewis, condirettori dello scavo – “perché è la prima volta che un conio di questo tipo è rinvenuto a Gerusalemme in un scavo scientifico. Monete di questo tipo sono di norma rintracciabili solo in collezioni private di cui però non conosciamo l’esatta provenienza”. Secondo gli scienziati, òe moneta potrebbe essere appartenuta a un ricco sacerdote giudeo, la cui casa sarebbe stata saccheggiata nel VI-VII sec. d.C. Sul bordo della moneta è ben visibile la scritta: NERO CAESAR AVG IMP. Sul rovescio vi è invece c’è la scritta EX SC (ex Senatus Consulto) e PONTIF MAX TR P III; proprio il fatto che Nerone sia ricordato come pontefice massimo (titolo ottenuto nel 55 d.C.) e il riferimento alla terza “tribunizia potestas”, secondo il numismatico britannico David Jacobson permettono di datare l’aureo al 56-57 d.C.