30-31 AGOSTO: ASTA NOMISMA NUMERO 54

(informazione pubblicitaria) | Quasi 2700 lotti compongono il ricchissimo catalogo del 54° incanto numismatico firmato da Nomisma, che andrà in scena martedì 30 e mercoledì 31 agosto al Palace Hotel di Serravalle (Repubblica di San Marino) in quattro sessioni battute in sala e precedute, lunedì 29 agosto dalle 10.00 alle 15.00, dalla consueta visione lotti. Nella prima sezione, quella delle emissioni greche, segnaliamo un dodicesimo di statere per Taranto del 334-330 a.C. con Helios al D/ e fascio di fulmini al R/ che, Spl/Spl+, partirà da una base di 3500 euro. Tra le emissioni di Roma repubblicana, invece, spiccano una serie di denari in argento di elevata conservazione mentre tra le imperiali due aurei di Cesare di tipo simile (al D/ testa velata, al R/ strumenti sacrificali) ma provenienti da coppie di conii diversi saranno offerti, rispettivamente in qSpl e qBb, a 3500 e 2000 euro di base. Altri aurei in vendita sono a nome di Tiberio, Antonia, Nerone Druso, Galba e Tito, Adriano e Antonino Pio, Faustina I, Alessandro Severo e Gordiano III. Tre le monete in oro a nome di Diocleziano proposte da Nomisma, tra le quali spicca il magnifico aureo per Carthago con al D/ ritratto laureato e al R/ il Sole stante con globo: giudicato qFdc/Fdc, sarà conteso da ben 10 mila euro. Numerose altre monete di pregio coniate nel metallo più prezioso spiccano nel catalogo, per quanto riguarda il tardo Impero e la monetazione bizantina; altrettanto ricca l’offerta di nominali in argento e in bronzo, tra i quali alcuni sesterzi pregevoli per conservazione e patina.

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Rarissimo ed elegante, questo dodicesimo di statere tarantino proposto da Nomisma (source: Nomisma)


La parte dedicata alla numismatica estera – in cui si distinguono alcuni grandi moduli in oro brasiliani e portoghesi del XVIII secolo – precede il capitolo delle medaglie napoleoniche, ricco di alcune rarità e, fra le altre, di quattro medaglie-scatola contenenti stampine ottocentesche dedicate alle guerre e alle vittorie del Bonaparte, ai sovrani presenti al Congresso di Vienna, alle vittorie tedesche contro il Grande Corso. Interessanti anche le medaglie barocche italiane tra cui la rarissima fusione per Francesco Redi, opera di Massimiliano Soldani, con ritratto dell’eminente personaggio e impresa della nave nella tempesta (qFdc, euro 400). Tra le celebrative del periodo fascista, invece, segnaliamo un probabile “unicum”, la medaglia in oro dedicata a Franco Marinotti, podestà di Tor Viscosa (Ud) proposta Fdc a 10 mila euro di partenza.

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Uno degli aurei proposti all’asta del 30-31 agosto prossimi, quello di Alessandro Severo ex asta Bank Leu 1992 (source: Nomisma)


Non mancano le decorazioni al merito e la cartamoneta, a precedere la sezione più importante del catalogo di quest’asta n. 54 di Nomisma, ossia la parte dedicata alle monete di zecche italiane che anche in questo incanto offre monete per tutti i gusti ed alcune assolute rarità, ad iniziare dal bolognino d’oro di Bologna di Bentivoglio Conservatori (1446-1506) giudicato R4 e proposto Spl da 2500 euro. R2, invece, lo splendido tallero di Ferdinando Gonzaga per Casale (1616-1626) che passerà sotto il martello del banditore da 3 mila euro. Almeno 7 mila euro, invece, saranno necessari per aggiudicarsi i 2 fiorini per Crevacuore, R4, a nome di Francesco Filiberto Ferrero Fieschi (1584-1629) proposta in conservazione qBb.

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Noto come testone, questo decimo di ducato modenese di Ercole I partirà da una base di 12 mila euro (source: Nomisma)


Ben rappresentate le zecche di Ferrara e di Firenze (quest’ultima, anche con un quarto di doppia R5 di Ferdinando I, 1587-1609, base 5 mila euro), il catalogo prosegue in ordine alfabetico per zecca con l’officina di Genova e quindi con Livorno e Lucca. A nome della Repubblica della piccola città toscana è proposto un ducato con armetta Farnelli, “ante” 1552, che in Spl+ e giudicato R5 si vede assegnare una base di 10 mila euro. Passando in Meridione, per Messina segnaliamo un augustale federiciano qSpl con base a 12 mila euro; la zecca di Milano e quella di Modena sono presenti a loro volta con pregevoli monete: per Ercole I d’Este (1471-1505) spicca su tutte il mezzo testone (in realtà, un decimo di ducato) che, R3 e Spl+, si merita 12 mila euro di base.

“Una splendida selezione di monete napoletane del Sette e Ottocento” forma la parte centrale del catalogo Nomisma n. 54. Nell’impossibilità di elencare tutte le splendide rarità presenti, ci limitiamo a presentarne alcune, ad iniziare dai 6 ducati 1759, R2, di Ferdinando IV proposti Fdc a 5 mila euro, mentre i 6 ducati 1768 sigla BP e con le N capovolte al D/, unico esemplare noto, in Bb+/qSpl partono da 4 mila.

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“Troppo simile ad una medaglia”: forse per questo il grano da 12 cavalli napoletano del 1786 non fu mai emesso (source: Nomisma)


Ottima la proposta di piastre e mezze piastre borboniche, tra cui esemplari di massima rarità ed altri in eccezionale stato di conservazione; ricchissima anche la parte degli “spiccioli” tra i quali il grano da 12 cavalli di Ferdinando IV del 1786, probabilmente mai emesso, offerto in Fdc a 25 mila euro di partenza. Cinquemila euro, invece, la base del 9 cavalli 1804 in Fdc rame rosso, il migliore esemplare conosciuto di questo tipo. Anche massimi nominali da 30 ducati a nome di Ferdinando II vengono offerti da Nomisma, unitamente alle coniazioni in argento e in rame dell’ultimo periodo borbonico, dopo le parentesi della Repubblica Napoletana, di Giuseppe Napoleone e di Gioacchino Murat. Per quanto riguarda i secoli di mezzo della zecca partenopea, invece, Angiò e Aragonesi presentano alcune delle loro monete più belle, a precedere quelle del periodo spagnolo ed altre coniazioni ancora, a testimonianza di un’attività produttiva varia ed affascinante sotto il profilo iconografico e storico.

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Una delle grandi rarità della serie urbinate, lo scudo d’oro con sant’Elena abbracciata alla Croce (source: Nomisma)


Proseguendo con le zecche italiane, si segnala la selezione di monete parmensi mentre, fra le emissioni di Reggio Emilia, merita un cenno lo scudo d’oro del 1571 a nome di Alfonso II d’Este (1559-1597) che, R4, parte da 2500 euro di base. “Pezzi da novanta” anche per Urbino, nella serie dei Della Rovere: tra le coniazioni in oro all’asta da Nomisma spiccano lo scudo di Guidobaldo II (1538-1574) con al D/ lo stemma e al R/ sant’Elena abbracciata alla Croce che, in Spl e valutato R4, parte da 16 mila euro, e la quadrupla di Francesco Maria II (1574-1624) con al D/ lo stemma e al R/ la veduta della città con albero di rovere che, in Spl+ e valutata R3, si vede attribuire una base di ben 30 mila euro.

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Eccezionale per rarità e perfezione, questo mezzo scudo della Sede Vacante 1740 (source: Nomisma)


A seguire, la zecca di Venezia è presente con alcune affascinanti oselle in oro e in argento, tra le quali alcune assolute rarita. Ben nutrita, come consuetudine da Nomisma, anche la parte delle monete papali nella quale, per quanto riguarda il XVI secolo, svetta il fiorino di camera dell’anno II di papa Giulio III (1550-1555), di massima rarità e perfetta conservazione, battuto da 50 mila euro di base. Piastre, testoni e giuli in argento di gran fascino si alternano a medaglie pontificie del Sei e Settecento; per quest’ultimo secolo segnaliamo un eccezionale mezzo scudo della Sede Vacante 1740, Spl+ e R4, con base a 25 mila euro e le 2 doppie 1777 di Pio VI (1774-1799), uno tra i migliori esemplari noti, proposte a 8 mila euro di partenza.

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Tra le grandi rarità del Regno all’incanto a San Marino anche la 100 lire Impero 1937-XVI (source: Nomisma)


Le “Monete e medaglie di Savoia” occupano l’ultimo capitolo del catalogo Nomisma n. 54, con capolavori in tondello realizzati nel corso di quasi cinque secoli, da Filiberto II a Vittorio Emanuele III. Per Vittorio Emanuele I è presente, fra l’altro, una variante del marengo del 1821, senza punto dopo PRINC al R/, giudicata R3 e proposta in Bb a 20 mila euro; stessa base ma rarità R4 per le 80 lire del 1825 coniate a Torino con bordo liscio e offerte in Spl/Spl+.

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Di gran fascino, la prima prova delle 5 lire Quadriga modellate da Davide Calandra e millesimate 1913 (source: Nomisma)


Per quanto riguarda il Regno, ben tre esemplari delle 100 lire di Vittorio Emanuele II (due del 1864, uno del 1878) fanno da capofila ad una selezione di marenghi da 20 lire tra i quali si evidenzia quello coniato a Roma nel 1873, R3 e Fdc, stimato a partire da 15 mila euro. Ben 100 mila euro, invece, si merita l’esemplare qFdc della 20 centesimi “Stemmino” del 1863, una delle massime rarità dell’Ottocento italiano. Dopo la parte dedicata alle monete umbertine, il “re numismatico” mostra il meglio di sé con esemplari tipo Aquila araldica, Aratrice, con alcuni rarissimi progetti e, nell’ultima fase del suo lungo regno, con rarità tipo le 100 lire Impero del 1937-XVI, coniate in soli 249 pezzi e proposte in Fdc da 32 mila euro. Si merita invece una base di 35 mila euro la prima prova della 5 lire Quadriga con millesimo 1913, R4 e proposta in fior di conio.

Il catalogo completo dell’asta Nomisma n. 54 del 30-31 agosto è disponibile su BidInside a questo indirizzo.

Per tutte le modalità di partecipazione all’asta, gli orari ed altre informazioni si può accedere al sito di Nomisma S.p.a. a questo indirizzo.