8-9 GIUGNO: DUE GIORNI “DA INCANTO”
PER I COLLEZIONISTI CON LE ASTE BOLAFFI

(informazione pubblicitaria) | Sono giornate attese da tutto il mondo collezionistico italiano e da molti appassionati stranieri, quelle che si vivranno l’8 e 9 giugno prossimi presso la Sala Bolaffi di Via Cavour 17, nella sede dell’omonima ditta torinese, e durante i quali verranno battuti la bellezza di 2151 lotti nei settori della monetazione antica, medievale e moderna, delle medaglie e delle decorazioni, della cartamoneta di pregio. Il catalogo generale, infatti, è ricco di ben 248 pagine per un totale di 1719 lotti in grado di incuriosire ed appassionare praticamente qualunque tipo di collezionista. Gli incanti del catalogo generale saranno condotti dalle ore 16.00 di mercoledì 8 giugno (lotti 501-934) e quindi dalle 21.00 (lotti 935-1185); si proseguirà giovedì 9 giugno con la sessione mattutina dalle ore 10.00 (lotti 1186-1509) e quella pomeridiana dalle 14.30 (lotti 1510-2151).

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Come appena coniato: avete mai visto un aureo come questo di Lucio Vero? (source: Aste Bolaffi)


Aprono il catalogo le coniazioni magno greche tra le quali spiccano un raro obolo in oro per Taranto databile al periodo di Alessandro il Molosso (334-330 a.C.) e un altrettanto prestigioso nomos incuso di Caulonia, in argento, del 525-500 a.C. ai tipo di Apollo con cervo. Tra le greche, invece, uno statere d’oro per Pella, a nome di Filippo II di Macedonia (359-336 a.C.) si evidenzia per qualità e rarità, come pure una tetradracma arcaica di Atene del periodo 566-490 a.C.

Una selezione di denari di Roma repubblicana ci porta alle soglie dell’Impero con, fra gli altri, alcuni godibili esemplari a nome di Giulio Cesare; la sempre ricercata categoria degli aurei è ben rappresentata – tra gli altri – da un esemplare del 79 d.C. a nome di Domiziano come cesare e da uno di Traiano del 101-102 d.C. che riportano ai rovesci, rispettivamente, la Salus e la figura di Ercole. Notevoli anche gli aurei di Antonino Pio con la Pietas (138 d.C.) e quello – praticamente in stato zecca – di Lucio Vero del 163-164 d.C. con la Vittoria. Molto ricca la sezione del catalogo Bolaffi dedicata ai solidi ostrogoti (tre esemplari) e bizantini (ben quaranta); per la parte bizantina, inoltre, alcuni histamenon, aspron trachy e iperperi ricordano un periodo storico affascinante, caratterizzato da una monetazione altrettanto particolare.

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Una piccola zecca per una grande rarità: ecco il quarto di scudo di Arquata (source: Aste Bolaffi)

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Vale oro, molto più di ciò che pesa, la quadrupla per Tassarolo del 1629 (source: Aste Bolaffi)


Apertura “col botto” per la sezione delle zecche italiane, con un estremamente raro quarto di scudo a nome di Gerardo Spinola (1682-1694) per Arquata, che precede un grosso trecentesco della zecca di Ceva, altrettanto raro e difficile da reperire in buona conservazione; a fare la parte del leone, tuttavia, tanto da meritare la copertina del catalogo, è la quadrupla in oro del1629 a nome di Filippo Spinola conte di Tassarolo. Interessante, con vari esemplari in oro, la selezione delle monete genovesi che copre l’intero periodo dal 1139 al 1797, e in cui eccelle una delle maggiori rarità prodotte dalla zecca della Superba, le 12 doppie e ½ del 1641.

Tra le monete veneziane alcune oselle di particolare interesse, mentre per il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla segnaliamo le 8 doppie in oro di Ferdinando I di Borbone del 1786, molto rare e in alta conservazione. Una selezione di monete dello Stato Pontificio ci porta verso il Meridione dove spiccano un raro solido per Benevento a nome di Sicardo (832-839) e un bell’augustale di Federico II per Messina, sempre appetito dai collezionisti di monete medievali.

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Un “peso massimo” della serie genovese, le dodici doppie e mezzo del 1641 (source: Aste Bolaffi)


La monetazione decimale italiana vede risplendere alcuni esemplari da 96 e 48 lire della Repubblica Ligure del 1798-1805, oltre ad una bella serie di monete in oro e argento del Regno d’Italia napoleonico, accanto ad esemplari del Lombardo-Veneto e di Maria Luigia per Parma, taluni di eccezionale qualità. La monetazione del XIX secolo nello Stato Pontificio è particolarmente ben rappresentata da Pio IX con – fra l’altro – alcuni rari esemplari in oro da 100 e 50 lire, marenghi e pezzi da 10 e 5 lire in oro. Il Regno di Napoli e di Sicilia chiudono questa parte, lasciando spazio al Regno di Sardegna e, in particolare, al periodo di Carlo Alberto del quale sono presenti all’incanto molti esemplari da 100 lire in oro, mentre del successore Vittorio Emanuele II è da sottolineare la presenza di una rarissima 20 lire 1856 Torino, di qualità eccezionale e con fondi speculari.

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Piccolo è bello e raro, specie se con un errore: i 20 centesimi 1863 con sigli BN rovesciata (source: Aste Bolaffi)


Dello stesso sovrano, ma come re d’Italia, l’asta Bolaffi propone un eccezionale e rarissimo 20 centesimi 1863 Valore con siglia BN rovesciata, senza contare le 100 lire del 1872 e quelle del 1878; lo stesso massimale, ma con data 1883, è proposto invece – in ben tre esemplari – a nome di Umberto I come non mancano le 100 lire Aquila del 1903 e del 1905 a nome di Vittorio Emanuele III, esemplari tipo Aratrice in alta conservazione ed altri, millesimati 1911, celebrativi del 50° del Regno d’Italia (nei tagli da 50 lire oro e 5 lire in argento). 

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E’ unico e finora sconosciuto, questo 100 lire non emesso delle Regie Finanze parte della Collezione Guido Crapanzano (source: Aste Bolaffi)


Passando al Vaticano moderno, segnaliamo un probabilmente unico cofanetto contenente tutte le serie di Giovanni XXIII dal 1959 al 1962 in versione di prova in argento che precede una ricca parte di monete estere, europee e d’oltremare, con decine di esemplari in oro e alcune rarità, alla quale segue il capitolo delle medaglie pontificie in cui è da notare una collezione di 61 bolle plumbee dal 1277 al 1978 comprendente un “unicum”, un esemplare a nome di Innocenzo IX.

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Si conoscono soli tre pezzi di questa cedola da 100 lire di Piemonte datata 1° ottobre 1776 (source: Aste Bolaffi)


Per chiudere in bellezza, passando alla delicata leggerezza e al fascino della carta filigranata, la sezione delle banconote proposte nell’asta Bolaffi del prossimo 8-9 giugno può vantare l’eccezionale collezione di biglietti di credito verso le Regie Finanze assemblata, in circa sessant’anni di appassionata ricerca, dal noto esperto Guido Crapanzano. Molti di questi esemplari sono gli stessi illustrati nel catalogo “La cartamoneta italiana. Volume II” e alcuni rappresentano dei pezzi di rarità assoluta, quando non siano addirittura unici. Datati a partire dal 1746 e fino al 1794, sono caratterizzati da una qualità media eccezionale e risultano in parte mancanti anche nelle raccolte pubbliche più prestigiose come quelle della Banca d’Italia e del British Museum. Altre banconote italiane ed estere, e circa 250 interessanti lotti multipli, chiudono il catalogo.

Per visitare il sito di Aste Bolaffi clicca qui. Per accedere ai cataloghi online clicca sui link qui sotto.

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