Dal canto suo Cleopatra Selene teneva a ricordare le sue origini, tanto da emettere monete autonomamente e che raffiguravano un elemento francamente egizio come il coccodrillo, mentre l’iscrizione, invece di essere in latino, veniva riportata in greco, come avveniva per i Tolomei. Nelle emissioni congiunte con Giuba, bilingue, compaiono nuovamente elementi egizi come il coccodrillo (Mazard 394), l’ibis (Mazard 349), l’ureo (Mazard 298), Isis (Mazard 355), il simbolo di Isis con il sistro (Mazard da 301 a 3338) e forse la statua di Giove Ammone. Altro riferimento con la situazione di unica erede del regno dei Tolomei per Cleopatra Selene, potrebbe essere l’aquila riprodotta sul rovescio di altri denari di Giuba, senza datazione. L’aquila in questo caso è l’animale sacro a Zeus, tanto da tenere stretta fra le zampe un suo fulmine, mentre mantiene una corona col becco e con essa viene mostrato uno scettro, ulteriore prova del tentativo di legittimare le discendenza divina e regale (Mazard 204–207).
Altri denari raffiguravano il capricorno, segno zodiacale di Augusto, forse commemorare dei giochi tenuti in onore del “princeps”, ma in ogni caso a ricordare lo stretto legame di parentela ed amicizia con Augusto stesso, con datazione dal 40° al 48° anno di regno (Mazard da 208 a 221), ovvero subito dopo la morte dell’imperatore. Tale segno zodiacale ritorna però anche in alcune emissioni, in associazione con la legenda R PTO, forse a voler associare tale segno, così importante, con il proprio figlio Tolomeo (Mazard 391).