TRA ARTE E FEDE, ALLA SCOPERTA DELLE MEDAGLIE DEVOZIONALI | 2

Anche la medaglia di san Benedetto (fig. 22) era particolarmente desiderata ed apprezzata, da secoli è infatti considerata il più valido amuleto contro le tentazioni diaboliche, gli spiriti satanici e le febbri persistenti. Essa merita un cenno di approfondimento per risolvere le strane scritte criptiche, per certi versi misteriose, che vi compaiono. Sul rovescio troviamo, quasi sempre, la caratteristica croce di san Benedetto, la quale è particolare sia per la forma sia per le iscrizioni che celano, sotto forma di acronimo, il famoso esorcismo benedettino contro l’influenza del demonio. Innanzi tutto si può osservare che la croce è accantonata dalle lettere C, S, P e B, che stanno per “Crux Sancti Patris Benedicti” (Croce del Santo Padre Benedetto). Sul braccio verticale della croce ci sono 5 lettere C, S, S, M, L, per “Crux Sancta Sit Mihi Lux” (la Croce Santa sia la mia luce), mentre sul braccio orizzontale troviamo N, D, S, M, D, per “Non Draco Sit Mihi Dux” (Non sia il demonio il mio condottiero). Infine la croce è circondata da 14 lettere: V, R, S, N, S, M, V, S, M, Q, L, I, V, B, che stanno per “Vade Retro Satana” (Fatti indietro Satana) “Numquam Suade Mihi Vana” (Non mi attirare alla vanità) “Sunt Mala Quae Libas” (Sono mali le tue bevande) “Ipse Venena Bibas” (Bevi tu stesso il tuo veleno). Si tratta quindi di una professione di fede con un’invocazione alla Santa Croce per averla come guida ed appoggio nel ripudio verso Satana. La diffusione di questa formula, incisa sulla medaglia di san Benedetto, iniziò con un processo per stregoneria celebrato in Baviera, nel 1647, mentre non è certo che sia stata effettivamente pronunciata dal santo di Norcia. Della medaglia di san Benedetto esistono molte versioni differenti (fig. 23), ma la rappresentazione più popolare è quella disegnata dal monaco Desiderio Lenz, nel 1880, per celebrare il XIV centenario della nascita del santo (fig. 24).

23Figura 23 | Sant’Ulrico e san Benedetto; medaglia a croce greca patente in argento (48×39 mm), 1698, manifattura tedesca. Al dritto scena della battaglia di Lechfeld (10 agosto 955) dove san Ulrico fu di aiuto ad Ottone I che fermò gli Ungari. La croce di san Ulrico, vescovo di Augusta, è amuleto contro le malattie e, in particolare, contro i topi ed altri animali nocivi per i raccolti. L’inserimento nella croce della giaculatoria di san Benedetto aggiunge virtù contro gli spiriti maligni e la peste
24Figura 24 | San Benedetto da Norcia  e croce taumaturgica; medaglia in bronzo e smalti (47 mm), 1880, Montecassino. Venne prodotta per celebrare i 1400 anni della nascita del santo, al rovescio la croce a bracci uguali gigliati, accantonata da lettere entro circoli C. S. P. B. con la giaculatoria di san Benedetto. L’uso taumaturgico della croce di san Benedetto è ben documentato, veniva portata per allontanare i malefici, le stregonerie e le opere diaboliche


Al dritto la figura intera di san Benedetto che tiene nella mano destra una croce, nella sinistra un libro aperto, sulle pagine si leggono le prime parole della “Sancta Regula” benedettina. Ai lati della figura una coppa in frantumi dalla quale esce un serpente e un corvo che porta via un pezzo di pane, attorno la scritta “Eius in obitu nostro presentia numarum” (Nell’ora della nostra morte saremo protetti dalla sua presenza). La medaglia di san Benedetto è molto popolare ed è oggetto di particolare culto fra i fedeli perché ad essa vengono attribuiti poteri miracolosi di protezione dagli influssi malefici di Satana. Era utilizzata, in Umbria, come amuleto protettivo contro la grandine, allo scopo era collocata sull’alto di una quercia. Aveva poi la virtù di proteggere dai fulmini gli edifici e pertanto veniva collocata al di sotto delle grondaie, all’interno delle torri campanarie, inoltre era ritenuta in grado di impedire ai ladri di rubare e per tale motivo era collocata sui confini delle proprietà.