(di Antonio Castellani) | Un team di ricercatori della Macquarie University di Sydney ha messo a punto una nuova tecnologia non distruttiva per l’analisi di reperti archeologici, in special modo quelli numismatici. Il progetto, finanziato dall’Australian Research Council, è stato coordinato dal professor Kenneth Sheedy ed ha portato, mediante l’uso della spettroscopia con analisi della fluorescenza a raggi X e della dispersione di energia, a studiare circa mille monete ateniesi di età arcaica (550-480 a.C.). Il tutto, con un macchinario di altissima affidabilità e facilmente trasportabile che, quindi, ha potuto operare direttamente all’interno di musei e medaglieri sia negli Stati Uniti che in Europa – in particolare in Germania, Francia e Grecia – raccogliendo dati al momento sottoposti ad analisi statistiche da parte dei ricercatori australiani. “Attraverso questa indagine abbiamo acquisito preziose conoscenze su una varietà di fattori che hanno influenzato la condizione attuale delle monete come la corrosione, i metodi di conservazione museali e le condizioni ambientali” ha dichiarato uno dei membri del team.
I ricercatori australiani al lavoro sulle antiche monete di Atene (source: Macquire University)