PICCOLA STORIA DI UNA GRANDE MONETA PAPALE: LA PIASTRA | 3

Notevolissime invece la mezza piastra e le due piastre degli anni XI e XIII di pontificato, che “illustrano” la zona del Pantheon, anch’essa riqualificata da papa Albani. Se nella prima vi è una bellissima raffigurazione del Tempio di Agrippa, il monumento romano meglio conservato nel mondo, che Ermenegildo seppe rendere nella sua imponenza, con una prospettiva non piattamente frontale ma quasi di scorcio, mostrandone anche una parte laterale, assai più notevoli le altre due monete dell’anno XIII. “La prima – ci spiega Aletri – mostra al rovescio la fontana con l’obelisco di fronte al Pantheon, solenne nella solitudine del campo della moneta tutt’intorno vuota. Nella seconda piastra la fontana ci viene presentata circondata dagli edifici lungo i tre lati della piazza e popolata di personaggi, ingombra di bancarelle, delimitata dai palazzi […] e ci offre un momento di vita vissuta quando lo spazio davanti al Pantheon era punto d’incontro di braccianti, manovali, lavoratori giornalieri [commercianti di alimentari] che qui si riunivano quotidianamente” (figg. 8-9).

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Figura 8 (source: Biblioteca Apostolica Vaticana) 9dF9r
Figura 9 (source: Biblioteca Apostolica Vaticana)


Ma tutto il lungo pontificato di Clemente XI è scandito dalle bellissime piastre di Ermenegildo Hamerani: da quella col monumentale Ponte Cementino di Civita Castellana, a quella con la figura di san Clemente I, eponimo del papa, a quelle con le varie iscrizioni, inserite in cartigli di purissimo stile Rococò, tra volute e fregi (fig. 10). Ermenegildo mantenne l’incarico di incisore capo per quasi mezzo secolo (morirà nel 1756), dividendo ad un certo punto col fratello minore Ottone, col quale aveva fatto una “società per batter medaglie” nell’ avita officina “All’insegna della Lupa” in via dei Coronari, che divenne anche una succursale della zecca ufficiale. Proprio a questo periodo di Clemente XII (1730-1740) risale una splendida mezza piastra del 1737 firmata da entrambi i fratelli e raffigurante la facciata di San Giovanni dei Fiorentini, che il papa, nativo di Firenze, aveva voluto completare su disegni dell’altro fiorentino Alessandro Galilei (fig. 11).

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Figura 10 (source: Biblioteca Apostolica Vaticana) 11d 11r
Figura 11 (source: Biblioteca Apostolica Vaticana)