(a cura della redazione) | “La situazione in Libia – scrive Carlo Jean nel portale “Formiche. Analisi, commenti e scenari” – resta caotica, anche perché i membri della comunità internazionale perseguono obiettivi diversi. Non esiste una strategia comune, né un centro di coordinamento che possa elaborarla. O meglio, esistono solo in campo navale, del tutto marginale per la distruzione dell’Isis e la stabilizzazione del Paese.
La Francia sostiene sempre più apertamente il generale Haftar e il governo di Tobruk, sponsorizzati dall’Egitto e dagli Stati del Golfo, eccetto il Qatar. Gli Usa, con cui dobbiamo allinearci per contare qualcosa, mantengono il piede in due staffe […]. L’Italia tentenna. […]. Nel frattempo il generale Haftar si è rafforzato. Ha ricevuto fondi e armi. Sta ottenendo buoni successi in Cirenaica. Tutti si aspettano che muova verso Sirte, la roccaforte dell’Isis in Libia. Se riuscisse a farlo avrebbe il sostegno di gran parte dell’Occidente. Gli avrebbe tolto una castagna bollente dal fuoco. Delegittimerebbe Serraj, forte della legalità attribuitagli dall’ONU ma che la massa dei libici considera un burattino al servizio di interessi che non sono i loro e, soprattutto, non dispone di una forza militare propria”.
Ed è caos anche in campo monetario dal momento che alle emissioni della Central Bank of Lybia di Tripoli si stanno affiancando da inizio giugno i biglietti, di produzione russa, sempre a nome dello stesso istituto ma voluti e distribuiti dalla Central Bank of Libya di Bayda, firmate dal governatore Ali Al-Hibri e non da A-Sidding Al-Kabir, responsabile della sede centrale che si trova nella capitale. Simili nell’aspetto, non nelle dotazioni di sicurezza, i biglietti delle due parti si stanno mescolando rapidamente tra loro e vengono accettati in varie zone in modo indistinto, anche a motivo della forte carenza di liquidità che affligge il paese, diviso non solo al proprio interno ma anche a causa delle sacche di resistenza dell’Is tuttora presenti.
Stampate probabilmente dallo stabilimento di Stato moscovita di Goznak, i biglietti libici “dell’est” da 20 e 50 dinari dovrebbero coprire un valore complessivo di 200 milioni di dinari, mentre secondo altre fonti il facciale complessivo sarebbe addirittura di 4 miliardi.