(di Andrea Keber) | Pietro Ziani fu doge della Repubblica di Venezia dal 15 agosto 1205 al 25 febbraio 1229. Sotto questo doge si continuarono a coniare il grosso, il bianco ed il quartarolo, similari ai tipi del suo predecessore Enrico Dandolo. Ed è proprio durante il suo dogato, al contrario di quanto affermato finora dalla letteratura numismatica, dal Papadopoli in poi, che nuove ricerche hanno permesso di constatare l’introduzione di segni/punti segreti nella raffigurazione del grosso. Ancora Alan Stahl, nel libro “La zecca di Venezia nell’età medioevale” (Il Veltro Editrice, p. 55) scrive recentemente: “Durante il dogato di Jacopo Tiepolo (1229-1249),comincia a comparire sul grosso un apparato di segni distintivi […] piccoli marchi inseriti intorno ai piedi del Cristo, sul rovescio”. Andando indietro nel tempo, ne “Le monete di Venezia descritte ed illustrate da Nicolò Papadopoli Aldobrandini” (vol. 1, p .101) si legge: “[…] il grosso, in alcuno dei quali si cominciano a vedere i punti segreti o segni posti dagli zecchieri per conoscere chi avesse sorvegliata la coniazione”.
Ritratto del doge Pietro Ziani ed esempi della sua monetazione: grosso, bianco e quartarolo
E’ probabile che l’introduzione dei segni di massaro servisse per contrastare alterazioni durante la lavorazione in zecca; tali segni si presentano in un primo tempo sul dritto, come variazioni della legenda. In un secondo momento, invece, iniziano ad apparire delle “e” come piccoli marchi inseriti intorno al Cristo, sul rovescio e, a quanto constatato, anche al dritto in prossimità dell’asta sorretta da san Marco. Per quanto riguarda le variazioni di legenda al dritto, conosciamo le seguenti:
- + . P . ZIANI (Z retrograda) | . S . M . VENETI D | V | X
- . + . P . ZIANI (Z retrograda) | . S . M . VENETI D | V | X
- . + . P . ZIANI | . S . M . VENETI D | V | X
- . + . P . ZIANI | . S M . VENETI | D | V | X
- + . P . ZIANI | . S . M . VENETI D | V | X
Un bell’esemplare di grosso a nome di Pietro Ziani con al D/ san Marco che porge il vessillo al doge e al R/ il Redentore in trono
Sopra questi grossi si vedono punti segreti o contrassegni dei massari, simili a quelli posti su alcuni grossi di Jacopo Tiepolo ed ordinati nel capitolo nono del “Capitolare dei massari della moneta”, capitolare formato solo nel 1278 (ma che conteneva disposizioni in vigore anche in precedenza) e in cui si legge: “De signo faciendo in moneta. Item cum sociis meis vel altero eorum faciam fieri signum in moneta quam fieri faciemus, ad hoc ut cognoscatur quod facta sit tempore nostri officii de moneta”.
Il grosso individuato in collezione privata che ha rivelato il punto segreto finora mai messo in evidenza da alcuno studio
Scarne, purtroppo, sono le informazioni che si possono trarre sull’attività di zecca dei primi decenni del XIII secolo a Venezia dato che di molti massari non è rimasta documentazione alcuna. Troviamo per la prima volta menzionati i massari in un documento del 1224: si tratta di un delibera che è trascritta in un registro dal titolo “Liber Communis”, un diario in due volumi di deliberazioni, atti di varia natura ed eventi rilevanti per il Comune, redatto dai notai del Minor Consiglio. Da notare che il documento prova l’esistenza di un capitolare precedente a tale data. Si legge nel documento: “Die XIII exuente marcio. Illi homines qui faciunt fieri monetam coram domino duce et omnibus consiliaris eius, excepto M. Superancio, predicto die juraverunt supra capitolare continetur de moneta facienda vel fiere facienda, et illo suprascripto die intromiserunt in nomine Domini”.
Altri due esemplari di grosso dello Ziani provenienti da recenti vendite pubbliche
Documenti, quelli contenuti nel menzionato capitolare, che potrebbero spiegare l’uso e la nascita dei punti/segni, ma che a quanto sembra sono andati perduti. E’ stata tuttavia individuata, di recente, una moneta a nome del doge Pietro Ziani, in collezione privata, che pur in conservazione non eccelsa rivela chiaramente un punto posto sotto il gomito sinistro del Redentore (a destra di chi guarda).
In evidenza, le configurazioni di punti segreti individuate sui rovesci dei grossi del doge Ziani
Possibili punti segreti apposti al dritto e al rovescio dai massari di zecca per un successivo riscontro delle monete
Si tratta di un punto segreto e, da ricerche effettuate su alcuni database online, i grossi a nome del doge Ziani che presentano caratteristiche simili risultano essere la minoranza: solo tre (forse quattro) esemplari di una tipologia altrimenti non così rara. La “scoperta” risulta interessante dal punto di vista storico perché sposta cronologicamente all’indietro – di alcuni decenni – lo stratagemma utilizzato dai lavoratori della veneziana di impiegare punti/segni segreti nei conii, in modo da “tracciare” la produzione e, diremmo oggi, garantire un efficace e moderno “controllo di qualità”.