Gruppo 2: al D/ sia nel giro interno che esterno una legenda geometrica imitante il cufico, nel campo sei globetti entro un contorno liscio. Al R/ nel giro una legenda geometrica imitante il cufico e nel campo una croce patriarcale il cui braccio orizzontale è affiancato da due segmenti e dalle lettere IC CX / NI KA. Questa tipologia di tarì venne coniata durante il periodo di regno di Federico II 1231-1250. Riferimento MEC 14 p. 159 n. 5 e foto n. 521-526 oppure AD’A n. 138 p. 60.
Per quel che riguarda i tarì con legenda araba all’interno del campo si potrebbero attribuire sia ai sovrani Normanni Guglielmo I e II ed a Tancredi, sia alle emissioni di Enrico VI. Le figure 10,11 e 12 mostrano solo alcune delle tipologie esistenti.
Fig. 10 (da Roma Numismatics Ltd. asta n. 6 del 29 settembre 2013, lotto 5) e fig. 11 (da Roma Numismatics Ltd. asta n. 6 del 29 settembre 2013, lotto 7)Gruppo 1: al D/ nel giro interno “Al-malik Ghulyalim al-thani al-musta’izz billah” (“Il re Guglielmo potente per grazia di Dio”) e nel giro esterno formula per zecca e data mentre nel campo un segno in lingua araba (L’interpretazione di questi simboli è discussa da tempo, secondo P. Balog si potrebbe leggere la parola araba “bakh” ovvero “buono” cioè una sorta di marchio di garanzia che l’autorità emettitrice apponeva sulle monete già comparsa sui dirhem fatimidi. Per i pezzi in oro tale garanzia era rappresentata dalla parola “obryzum” che si può trovare in esergo sui solidi o histamenon bizantini; COMOB = Costantinopoli e “obryzum” in cui OB ha il doppio significato di garanzia e rapporto dato che nella numerazione greca OB significa 72 e quindi il rapporto tra libbra e solido di 1/72) ma anche sui dinar arabi con una parola derivante da quella greca. Al rovescio nel giro esterno la formula per zecca e data e nel campo una croce patriarcale affiancata dalle lettere IC XC / NI KA. Riferimento TR pl. 17 n. 290-291 e 297-298. Le zecche sono quelle di Palermo e Messina.
Fig. 12 (da Roma Numismatics Ltd. asta n. 6 del 29 settembre 2013, lotto 10)
Gruppo 2: al D/ nel giro interno “Al-malik Tanqrir al mu’azzam” (“Re Tancredi il grande”) oppure “Al-malik Tanqrir al-mansur billah” (“Re Tancredi vittorioso per grazia di Dio”) e nel campo una lettera araba entro contorno liscio. Al R/ Al rovescio nel giro esterno la formula per zecca e data e nel campo una croce patriarcale affiancata dalle lettere IC XC / NI KA. Riferimento TR pl. 21 n. 385-387. Le zecche sono quelle di Messina e Palermo.
Gruppo 3: al D/ nel giro interno, in cufico, Enrico Cesare Augusto mentre la legenda del giro esterno è spesso indecifrabile ma è probabile che ci sia l’indicazione di zecca e data, nel campo iscrizione in arabo. Al R/ nel legenda esterna con formula per zecca e data e nel campo una croce patriarcale il cui braccio orizzontale è affiancato da due segmenti e sempre nel campo le lettere IC CX / NI KA. Riferimento AD’A n. 4-9 e 24-26. Zecca di Messina.