E questo non è l’unico esempio. Su un solido emesso sempre dalla zecca di Ticino nel 315 si vedono i busti accollati di Sole e Costantino a sinistra con legenda COMIS CONSTANTINI AVG, mentre al rovescio si vede Costantino in piedi a sinistra mentre riceve il globo da Roma seduta a destra. In questa moneta il rapporto fra Costantino e il Sole è testimoniato, oltre dai busti accollati, dalle legenda che indica la divinità come protettrice di Costantino, mentre il rovescio propaganda la restituzione della libertà a seguito della vittoria di Costantino a Ponte Milvio del 312. Di grande rilievo è anche il multiplo da un solido e mezzo emesso nel 320 circa dalla zecca di Sirmium in cui si vede al rovescio l’imperatore Costantino in piedi a sinistra che tiene una lancia e un globo mentre viene incoronato dal Sole in piedi dietro di lui; la legenda che accompagna questa immagine spiega benissimo che si tratta del dio Sole, SOLI INVICTO COMITI. In queste tre tipologie esemplificative si vede come il Sole fosse stato il protettore divino di Costantino per buona parte del suo regno; ma non fu così per tutta la durata del suo lungo governo.
Costantino, follis con al rovescio il ritratto del “Soli invicto”, coniato nel 310-313 (source: Inumis 8, 2009, lot 295)Con il procedere degli anni si assiste ad una costante neutralizzazione dei motivi religiosi sui rovesci imperiali e un proliferare di quelli civici e militari; sono frequenti le mura delle città, i soldati con insegne militari e, con meno costanza, la Vittoria e la corona di alloro. Fra questi iniziò a comparire un piccolo simbolo che rivoluzionò la seguente iconografia delle monete romane e di quelle bizantine: Costantino ha il merito di aver introdotto il simbolo cristiano (“Chi Ro”) nell’iconografia monetale romana, ma questo all’inizio non ebbe una grande diffusione: la prima moneta, un medaglione d’argento, in cui comparve il cristogramma fu emessa dalla zecca di Ticinum nel 315 e il simbolo cristiano orna l’elaborato elmo di Costantino, a ricordo del sogno rivelatore che precedette la vittoriosa battaglia presso il Ponte Milvio nel 312. Anche in questo caso siamo di fronte ad un emissione particolare, utilizzata per donativi ed elargizioni presumibilmente a ufficiali equestri dell’esercito, visto il rovescio caratterizzato da militari a cavallo posti intorno ad un palco dove vi è l’imperatore intento ad un’arringa.
Esclusa la particolare ed isolata situazione di alcune zecche come Aquileia o Antiochia, in cui diverse monete al rovescio mostrano il cristogramma che alcuni studiosi hanno ipotizzato fosse stato inserito come segno di devozione dagli incisori – funzionante anche come segno identificativo per la zecca – e senza una diretta volontà dell’imperatore, vi è un’altra tipologia monetale emessa nel 337 che mostra al rovescio il labaro con impresso il Chi Ro in cima, che sovrasta il serpente; la legenda che accompagna tale raffigurazione è SPES PVBLIC. In questo caso il monogramma cristiano è utilizzato proprio come simbolo principale nella costruzione iconografica del rovescio e fa pensare ad una pubblica ed esplicita apertura di Costantino verso la religione cristiana.
Costantino, follis con al rovescio labaro e cristogramma (source: Wildwinds)Da quanto esposto si può osservare che il materiale numismatico aderisce alle testimonianze storiche della vita politico-religiosa di Costantino poiché, con il perdurare del suo regno, la religione cristiana aumentava il suo peso all’interno della propaganda e della politica stessa dell’imperatore. Indubbiamente le tappe fondamentali che fecero divenire l’Impero romano un Impero cristiano furono il sogno rivelatore prima della battaglia presso il Ponte Milvio nel 312 e il famoso Editto di Milano nel 313 in cui si sanciva la libertà di culto, prima tappa fondamentale per il riconoscimento della religione di Cristo.
Nel percorso “spirituale” di Costantino, però, ha un peso notevole la fede riposta nel dio Sole, divinità accolta nel pantheon pagano, ma di chiaro stampo monoteistico. La devozione dell’imperatore verso questa religione orientale la si osserva attraverso le numerosissime emissioni raffiguranti il Sole e soprattutto attraverso le emissioni di solidi e multipli mostranti al dritto i busti accollati del dio e dell’imperatore, che indubbiamente caratterizzano un’identificazione di Costantino verso il dio Sole. È proprio questo dio che fece da ponte fra il paganesimo e il cristianesimo: Eusebio ci ha tramandato che Costantino stesso aveva rivolto una preghiera al Sole e nel Sole si manifestò il segno di Cristo nel sogno rivelatore del 312. La storia ci mostra come la conversione fu dunque di natura politica, intesa come rapporto fra divinità e Stato, di cui l’imperatore era il giusto tramite e fu propagandata in maniera lenta, ma costante, fino a creare un “Impero cristiano”.