A quella data tutti i membri dell’Ordine che vivevano in Occidente si convocarono per garantire che i vitéz potessero sopravvivere ed elessero come secondo capitano generale il feldmaresciallo arciduca József Ágost di Asburgo-Lorena dopo i lavori di un Concilio dell’Ordine di Vitéz che si protrassero tra il 1958 e il 1959. Per avere un riconoscimento ufficiale che desse legittimità al proseguimento della vita dell’Ordine, nel 1962 l’Arciduca Jósef Ágost si rivolse alla Commissione Internazionale per lo studio degli Ordini Cavallereschi, che può considerarsi come l’istituzione più accreditata per il riconoscimento della validità degli ordini. Tale organismo, nel 1964 riconobbe la legittimità dell’Ordine dei Vitéz, inserendola nel registro delle istituzioni con gli appropriati requisiti. Alla morte dell’arciduca Jósef Ágost il Concilio dell’Ordine elesse quale terzo capitano generale, Ferenc Farkas de Kisbarnaki, eroico combattente della II Guerra Mondiale. Questi, al raggiungimento dell’85° anno rassegnò le dimissioni e gli successe, siamo nel 1977, un altro esponente della casa Asburgo-Lorena, l’arciduca József Árpad, che è a tutt’oggi capitano generale dell’Ordine.
L’arciduca d’Austria e principe d’Ungheria Joseph Arpad, attuale capitano generale dell’Ordine dei Vitéz (source: author)Attualmente l’Ordine di Vitéz si è strutturato in più aree geo-culturali, in quanto sono molti gli ungheresi insigniti che vivono fuori dall’Ungheria, così come l’Ordine ha inteso allargare la concessione della prestigiosa distinzione onorifica a personalità di altre nazionalità, che operano in uno spirito di cooperazione culturale e di rispetto e condivisione degli ideali che caratterizzano la storia e il retaggio della secolare tradizione magiara. Oggi i membri dell’Ordine sono circa mille e divisi in varie aree di competenza, tra cui Ungheria, Europa e Africa, il cui capitano è stato fino al 2013 Tivdar vitéz Berkovits, recentemente scomparso, ed è ora Ferencz vitéz van Nie. Nel 2013 è nata l’area Sud Europa, che raccoglie i Vitéz di Italia, Spagna e Portogallo, il cui capitano è il nobile Guido Peter vitéz Broich. C’è da notare che la comunità di Vitéz italiani è la maggiore fuori dall’Ungheria e questa particolare attenzione per l’Ordine, e la conseguente crescita dell’area sud-europea, ha giustamente portato alla creazione di una Capitanía, che coordina le attività e seleziona le inclusioni in stretto contatto con il segretario generale nobile Jozsef vitéz Tassany e ovviamente con il capitano generale, l’arciduca Jozsef Arpad d’Asburgo, Principe d’Ungheria.
L’insegna è un medaglione a forma di scudo in smalto blu recante al centro uno scudo minore partito in due sezioni, quella a sinistra a strisce bianche e rosse orizzontali e quella a destra con lo stemma di Ungheria, affiancato da foglie di quercia in smalto verde (a sinistra) e da spighe di grano dorate (a destra) e sormontato dalla corona di Ungheria poggiante su un disco solare bianco dal quale si irradiano dei raggi dorati. Sullo scudo centrale è poggiata una spada posta verticalmente. La spada è uno dei simboli più rappresentativi dell’Ordine dei Vitéz è quella con cui vennero insigniti i primi “eroi” nella cerimonia avvenuta nel 1921 nella città di Székesfehervar, scelta da Horthy e ricostruita per quella occasione, in quanto lì furono incoronati e sepolti i primi re ungheresi. Questa spada è oggi conservata ed esposta nel Museo militare ungherese a Budapest. Per molti anni un segno di ulteriore distinzione oltre alla placca fu l’anello di Vitéz, che dal 1998 è stato sostituito con la croce di Vitéz, rappresentante la più importante decorazione dell’Ordine attualmente concessa soltanto ad undici personalità.