(di Roberto Ganganelli) | Il primo letterato italiano a ricevere il Nobel fu Giosuè Carducci nel 1906; nel 1926 e nel 1934 il premio fu assegnato a Luigi Pirandello e Grazia Deledda e quindi, nel 1959, a Salvatore Quasimodo. Dopo il grande maestro dell’ermetismo, gli unici italiani ad aver ricevuto il Nobel per la Letteratura sono stati Eugenio Montale (nel 1975) e Dario Fo (nel 1997). Questa la pattuglia degli scrittori e dei poeti che il nostro paese ha visto premiati a Stoccolma con il più alto alloro mondiale, quello istituito dall’inventore Alfred Nobel nel 1895 e che, consegnato personalmente dal re di Svezia, consiste in un diploma d’onore, un premio in denaro ed una prestigiosa e bellissima medaglia in oro.
Una coniazione già di per sé estremamente rara, dunque, che si fa unica in ogni esemplare essendo personalizzata al rovescio con il nome del vincitore e l’anno di assegnazione; una medaglia che, più di altre, si trasforma perciò in testimonianza e icona di un’epoca, cimelio prezioso ed irripetibile legato a personalità che hanno segnato la storia e la cultura mondiali dalla fine del XIX secolo ad oggi.
Salvatore Quasimodo (Modica 1901 – Napoli 1968), Premio Nobel per la Letteratura nel 1959 (source: web)E’ per questo che la notizia dell’imminente vendita all’asta – da parte di Bolaffi, il 2 dicembre prossimo – della medaglia del Nobel per la Letteratura appartenuta a Salvatore Quasimodo rappresenta un evento più unico che raro. Gli eredi del poeta, infatti, hanno affidato alla casa d’aste torinese l’intero insieme di memorabilia legati al Premio Nobel e formato dalla medaglia in oro (mm 66 di diametro per circa 200 grammi di peso) nel suo astuccio originale personalizzato, dal diploma e da alcune foto ufficiali della cerimonia di consegna avvenuta il 10 dicembre del 1959. Assieme a Salvatore Quasimodo, quel giorno furono premiati a Stoccolma un altro italiano (Emilio Segré, per la Fisica, che ricevette il riconoscimento assieme all’americano Owen Chamberlain) e, inoltre, Jaroslav Heyrovsky per la Chimica, Severo Ochoa e Arthur Kornberg per la Medicina e Philip Noel-Baker, diplomatico britannico, per la Pace.
La base d’asta del lotto 401 del prossimo catalogo numismatica di Bolaffi, che include anche un Dvd con il filmato della premiazione (disponibile per tutti anche online), è stata fissata a 50 mila euro a fronte di un valore suggerito dagli esperti che oscilla tra i 100 e i 150 mila. “Per restare ai premi dell’Accademia svedese – scrive Mario Baudino su “La Stampa” di oggi, 19 novembre – finora sono state battute, in tutto il mondo, 16 medaglie Nobel (il record è per quella di James D. Watson, premiato per medicina nel ‘62: 4 milioni e 760 mila dollari nel 2014 da Christie’s) ma una sola letteraria: quella di William Faulkner, nel 2013. Fu anche l’unico caso in cui non ci furono acquirenti; restò invenduta”.
La medaglia del Nobel e l’astuccio, parte del lotto che sarà messo all’asta a Torino il prossimo 2 dicembre (source: Bolaffi Aste)Chi si contenderà la medaglia del Premio Nobel di Salvatore Quasimodo? Probabilmente una platea di appassionati collezionisti, soprattutto stranieri, ma non è da escludere – anzi, sarebbe auspicabile – che il prestigioso insieme venisse aggiudicato ad una istituzione italiana, al fine di conservarlo nel nostro paese come simbolo prezioso e concreto di quel patrimonio immenso di parole, sentimenti ed emozioni che la poesia di Quasimodo ha suscitato e suscita in milioni di persone.
Dritto | Clicca sull’immagine per ingrandire (source: Bolaffi Aste)Rovescio | Clicca sull’immagine per ingrandire (source: Bolaffi Aste)
Un’emozione provata anche da Filippo Bolaffi, amministratore delegato del gruppo torinese, che ha deciso di istituire una borsa di studio da 20 mila euro per uno studente dell’Istituto Tecnico “A. M. Jaci” di Messina, dove si diplomò il poeta. Questo perché Quasimodo, nato a Modica nel 1901, fu costetto a rinunciare all’Università per ragioni soprattutto economiche e, divenuto impiegato del Genio Civile, poté farsi conoscere come scrittore a Firenze anche grazie a Elio Vittorini, che ne aveva sposata la sorella. La borsa di studio coprirà le spese universitarie del giovane che ne risulterà vincitore e non in una città qualsiasi, ma proprio in quella Milano dove Quasimodo trascorse metà della vita e dov’è sepolto.