(di Antonio Castellani) | Scrive Nadia Frulli su “ArezzoNotizie”: “Il pezzo più antico in esposizione risale al 1629: è un libro contenente un’agiografia. Il più recente, invece, è una presa elettrica touch, datata 2014. Due oggetti che appartengono a due mondi diversi, che arrivano da epoche storiche distanti tra loro ma che sono uniti da una unica grande passione: quella che hanno per il collezionismo i loro proprietari”. Si tratta di due tra i tanti oggetti che si possono ammirare dal 3 ottobre scorso al Munacs, il Museo Nazionale del Collezionismo Storico – che è stato allestito all’interno della ex chiesa di San Sebastiano, in via Ricasoli, in pieno centro storico ad Arezzo. E c’è spazio, naturalmente, anche per collezioni numismatiche, medaglistiche e filateliche: nella città della fiera antiquaria più famosa d’Italia si scoprono infatti tanti collezionisti che custodiscono e studiano piccoli grandi tesori del passato “in grado – prosegue l’autrice dell’articolo – una volta esposti e mostrati al grande pubblico, di muovere anche la macchina del turismo. Ne sono convinti i Collezionisti Storici Aretini, che hanno fondato il Museo. E ne è convinto anche Marcello Comanducci, assessore al Turismo”. Il Munacs, inoltre, si presta come contenitore per esposizioni temporanee, aperto ad accogliere sia selezioni di patrimoni privati che collezioni pubbliche, in modo da conferire alla struttura un dinamismo continuo e un’attrattiva senza pari.
Medaglie e monete esposte al Munacs di Arezzo (source: ArezzoNotizie)Il direttore Alain Borghini dichiara: “Il nostro scopo principale è dare dignità all’arte di collezionare che spesso viene confusa con una semplice mania compulsiva di accumulo e che invece, se portata avanti con dedizione e studio accurato, assume una funzione sociale di custodia della memoria storica dell’umanità di primaria importanza”. Il museo, per la prima volta in Italia, espone ben venti collezioni contemporaneamente: si spazia dalle medaglie commemorative dell’epoca napoleonica agli spartiti musicali, dai ferri da stiro all’archeologia industriale, dalla storia postale alle bambole, dai cimeli delle due guerre mondiali alle banconote d’occupazione, fino ad oggetti tipici della civiltà contadina e rurale. Un elemento interessante di questo nuovo museo è, poi, la presenza di una “timeline” lunga più di 16 metri che illustra come il collezionismo accompagni l’uomo da sempre, fin dall’infanzia del mondo. “Ed è proprio grazie ai collezionisti – ricorda Borghini – che sono nati i più grandi musei”: una considerazione quanto mai valida per quanto riguarda la numismatica dal momento che gran parte del patrimonio pubblico formato da monete e medaglie proviene da prestigiose collezioni private che i proprietari, nei secoli, hanno donato o ceduto allo Stato.
C’è spazio anche per la filatelia nel nuovo museo aretino dedicato al collezionismo (source: ArezzoNotizie)