UNA MEDAGLIA PER IL GENOCIDIO DIMENTICATO DEGLI ARMENI

documents-button(di Amedeo Imperatori) | Il 24 aprile 1915 prendeva il via a Costantinopoli (l’odierna Istanbul) il più grande sterminio subito dal popolo armeno nel corso della propria lunghissima storia. Gli armeni – i primi al mondo a dichiarare il Cristianesimo religione ufficiale nel proprio paese –  un secolo fa furono infatti oggetto delle persecuzioni perpetrate dal gruppo dei cosiddetti “Giovani turchi”, organizzazione nazionalista nata all’inizio del XX secolo con lo scopo di creare uno Stato nazionale turco sul modello dei nuovi paesi europei nati nell’Ottocento. Lo scoppio della Grande Guerra nel 1914 fornì il pretesto per il massacro della folta comunità armena, considerata una “quinta colonna” — in quanto cristiana e benestante — della Russia ortodossa e zarista; accanto allo sterminio degli armeni venne messa in atto anche una sistematica repressione delle altre minoranze non islamiche. Tedeschi ed Austriaci, va dato loro atto, tentarono di opporsi alla ventata xenofoba e cercarono di tutelare le popolazioni cristiane e israelitiche; purtroppo, con pochi risultati.

Il piano dei Giovani Turchi era di colpire l’intera popolazione armena con delle terribili marce, uccidendo gli uomini e deportando donne e bambini abbandonandoli nel deserto siriano facendoli morire, infine, di fame e di sete: alla fine si sarebbero contati più di un milione e mezzo di morti. La polizia e l’esercito arrestarono gli intellettuali, i deputati, gli avvocati, giornalisti e tutti coloro che – armeni – potevano avere influenza o visibilità presso l’opinione pubblica  in un solo giorno furono eliminate circa trecento persone) Dopo aver azzerato la classe dirigente armena, il Governo turco ordinò il disarmo di tutti i militari armeni che si erano arruolati per combattere la Grande Guerra nelle fila delle armate ottomane.

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Il memoriale del genocidio armeno eretto a Yerevan (source: archive)


I beni sequestrati al popolo armeno andarono ad arricchire alcune potenti famiglie turche e la ferocia dello sterminio fu tale che la distruzione del popolo armeno può essere considerata uno fra i primi olocausti della storia moderna. Quest’anno, in occasione del 100° anniversario del genocidio armeno, in tanti parti del mondo università, associazioni culturali ed altre organizzazioni hanno organizzato seminari e conferenze su questo terribile genocidio; anche papa Francesco si è espresso sullo sterminio degli armeni provocando, con la Turchia di Erdogan, quasi una crisi diplomatica.

Per ricordare il drammatico evento sono state anche realizzate alcune medaglie celebrative: segnaliamo qui quella voluta dai padri Mechitaristi di Venezia che hanno commissionato alla ditta Colombo Medaglie una coniazione ricordo, eseguita con originale scelta dei soggetti e felice interpretazione dal maestro Vito Valentino Cimarosti. La medaglia, in bronzo patinato da 60 millimetri, al dritto mostra la marcia disperata dei deportati armeni  – soprattutto donne e bambini – con sullo sfondo il monumento eretto in memoria dell’eccidio a Yerevan, capitale dell’odierna Armenia; attorno, iscrizioni in inglese che ricordano il genocidio. Al rovescio, la suggestiva opera di Cimarosti vede invece una grande croce distesa, sorretta in tutto il suo peso – simbolico e concreto – dal popolo armeno vittima delle persecuzioni turche. Sullo sfondo un campanile stilizzato, sorretto da due leoni marciani; in cerchio iscrizioni celebrative in lingua armena.

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Armoniosa e dolente, nella sua originalità, la medaglia di Cimarosti per il centenario dello sterminio degli armeni (source: author)