(di Antonio Castellani) | Monete, medaglie ufficiali ed un’infinità di coniazioni devozionali sono state dedicate, nei secoli, alla Madonna di Loreto e al suo santuario della Santa Casa che rappresenta uno dei luoghi di culto mariano più visitati al mondo. Una devozione che prende le mosse alla fine del Duecento quando – secondo la tradizione – la casa dove visse la Madre di Gesù venne portata in volo dagli angeli che, dalla Palestina, la posarono sulla sommità di un colle nelle vicinanze di Ancona. Arricchita ed abbellita nel tempo, la basilica è uno degli scrigni architettonici e dei contenitori artistici più belli d’Italia.
All’interno della Basilica è custodita la Santa Casa di Nazaret, dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria ricevette l’Annunciazione. Formata da tre pareti originariamente addossate ad una grotta (che si trova nella Basilica dell’Annunciazione a Nazaret), la Santa casa – secondo i più recenti studi e i documenti d’epoca – venne trasportata per mare su navi crociate dapprima in Croazia, nel 1291, poi a Loreto nel 1294. Gli studi effettuati sulle pietre della Casa ne confermerebbero l’origine palestinese, essendo lavorate secondo la tecnica usata dai Nabatei, molto usata anche in Palestina. Sulle pietre vi sono numerosi graffiti simili a quelli giudeo-cristiani del II-V secolo ritrovati in Terra Santa, in particolare a Nazaret; inoltre, le tre pareti si connettono perfettamente alla grotta custodita a Nazaret.
Il santuario fu costruito per proteggere la Santa Casa su iniziativa del vescovo di Recanati, Nicolò delle Aste, nel 1469, e concluso nel 1587. Il campanile fu disegnato da Luigi Vanvitelli e costruito nel 1755. L’interno è a croce latina a tre navate. Il battistero in bronzo di Tiburzio Vergelli si trova nella navata sinistra. Sulla volta vi sono dipinti di Pomarancio. Sotto la cupola, opera di Giuliano da Sangallo, si trova la Santa Casa. All’interno della Santa Casa si trova la statua della Vergine Lauretana.
Il rivestimento marmoreo, all’esterno, è stato progettato da Donato Bramante. Peculiari sono i due solchi paralleli che si trovano sulla base, causati dai pellegrini che, per secoli, hanno percorso in ginocchio il perimetro del rivestimento. Fra le cappelle e le sacrestie, sono notevoli quella di san Giovanni (con affreschi di Luca Signorelli) e l’ancor più famosa Sacrestia di san Marco decorata da Melozzo da Forlì. Oltre alla Santa Casa, fulcro del Santuario di Loreto è la cosiddetta Madonna Nera o Vergine Lauretana, la cui particolarità è il volto scuro, comune alle icone più antiche, dovuto al fumo delle lampade ad olio e delle candele. L’originale, risalente al XIV secolo, rimase distrutta in un incendio nel 1921: la statua attuale risale al 1922, opera di Leopoldo Celani, è in cedro del Libano.
Nel ciclo triennale celebrativo delle Delegazioni Pontificie l’Ufficio Filatelico Numismatico del Vaticano ha appena dedicato, con emissione avvenuta il 13 ottobre, la serie di monete auree da 20 e 50 euro proprio al al Pontificio Santuario della Santa Casa di Loreto definita da Giovanni Paolo II “il primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e vero cuore mariano della cristianità dedicata”. Due coniazioni in oro 917 millesimi, entrambe in finitura proof e con bordo zigrinato fine, che – coniate da IPZS – nelle iconografie seguono la scelta già attuata in passato, ossia di dedicare una moneta al monumento architettonico e l’altra all’icona che ne caratterizza la devozione.
Così, Gabriella Titotto ha modellato per i 20 euro (mm 21, g 6), l’emblema papale al dritto e al rovescio un mezzo busto della Vergine Lauretana col Bambino ed un angelo annunciante ispirato a quello di Melozzo da Forlì, ora agli Uffizi. La moneta, battuta su conii incisi da Annalisa Masini, ha una tiratura prevista in 1900 esemplari e un costo alla fonte di 330,00 euro. Sui 50 euro (mm 28, g 15), campeggia invece un ritratto di tre quarti a destra di papa Francesco mentre il rovescio è dedicato ad uno scorcio prospettico del cortile antistante la Basilica e alla facciata con campanile della stessa, colte in tutta la loro leggerezza e complessità. I 50 euro vaticani, coniati da IPZS in 1.800 esemplari su materiali creatori incisi da Valerio De Seta, sono opera dell’artista Cristina De Giorgi ed hanno un prezzo di emissione di 824,00 euro.
Sotto il profilo artistico, entrambe le monete si presentano eleganti e ben composte; in particolare, il dittico è reso piacevole dalla scelta di non utilizzare esclusivamente il ritratto o lo stemma del pontefice ma di alternare i due elementi. Lo stemma, peraltro, appare particolarmente ben riuscito nel piccolo diametro dei 20 euro che evocano le splendide coniazioni papali in oro del XVII-XVIII secolo, come del resto i 50 euro si inseriscono in quel ricco filone di monete a tema architettonico che hanno reso la serie papale tra le più affascinanti di ogni tempo.