(di Ursula Kampmann, traduzione a cura di Antonio Castellani) | E’ stato relativamente breve il periodo in cui, nel XIX secolo, la zecca degli Stati Uniti ha coniato monete d’oro e d’argento nella sua succursale di Carson City. Gli studi più approfonditi censiscono appena 57 tipi di monete d’oro che hanno visto la luce nell’officina monetaria federale del Nevada e, ad inizio dicembre, la casa d’asta Gadoury ne proporrà una selezione definita, dagli esperti, “impressionante” per varietà e qualità. Nel 1859, alcuni cercatori d’oro scoprirono quella che, fino a quel momento, era la più straordinaria miniera d’argento degli Stati Uniti d’America, situata nel Six Mile Canyon, all’epoca ancora parte dello Utah. In realtà, i minatori stavano cercando l’oro, che pure era abbondante nella regione. Quello che trovarono, tuttavia, fu una specie di fango grigio-blu, che si rivelò essere tuttavia, una volta analizzato, il ben più redditizio solfuro d’argento.
Per sfruttare i ricchi giacimenti di Comstock Lode, però, erano necessari ingenti capitali. Lo Utah, in quel periodo, era governato dalla comunità religiosa dei mormoni. La loro rigida legge morale, come ben si può immaginare, non andava affatto d’accordo con le consuetudini del “Wild West” nè con le speculazioni legate alle grandi miniere. Di conseguenza, essi cercarono di raggiungere l’indipendenza dallo Utah facendo leva proprio sulla ricchezza di argento della loro regione. Tuttavia, la Guerra civile americana era dietro l’angolo e Abraham Lincoln era preoccupato di come finanziare questa emergente minaccia. Così, il 31 ottobre 1864, il presidente avallò la decisione che il Nevada entrasse a far parte dell’Unione come 36° Stato degli Stati Uniti d’America. Un territorio quasi spopolato, all’epoca, ma che avrebbe attirato numerosi pionieri e, fatto più importante, avrebbe convinto l’elite del Nevada a prendere parte al finanziamento della guerra.
Per favorire ciò, Lincoln fece alcune importanti concessioni, tra cui quella di aprire una zecca federale nel territorio del Nevada, al fine di garantire l’approvvigionamento di denaro contante. Per Washington, del resto, una zecca vicino ai giacimenti di Comstock Lode avrebbe portato anche vantaggi, dal momento che oro e argento da coniare, in precedenza, dovevano essere trasportati attraverso le Montagne Rocciose fino all’officina monetaria di San Francisco per la battitura e, talvolta, carichi di enorme valore andavano perduti o a causa di eventi naturali o delle bande di fuorilegge che infestavano la regione.
Abraham Curry, un imprenditore di New York che si era spostato verso ovest per tentare la fortuna, stava cercando in quel periodo di consolidare la propra posizione; e fu proprio lui che ricevette dal Congresso USA, nel 1865, l’appalto per la costruzione della zecca a Carson City, che si trovava a sole cinque ore di viaggio da Virginia City e molto vicina alle miniere di Comstock Lode. Nonostante la sua intraprendenza, però, Curry non poteva immaginare quanto costoso potesse essere il lavoro nel West e quanto grande lo sforzo di portare sul posto i necessari materiali da costruzione. Si consideri, infatti, che il Congresso aveva stimato una spesa di 150.000 dollari per la costruzione della zecca e che il costo effettivo fu invece di ben 426.788 dollari, quasi tre volte tanto.
Le presse da conio e gli altri macchinari necessari vennero spediti da New York via nave, cicrumnavigando tutto il Sud America, per approdare al porto di San Francisco ed essere trasportate su muli attraverso le Montagne Rocciose fino a Carson City. Quando finalmente tutto sembrava pronto per iniziare a coniare le monete, però, non erano ancora pronti i conii che vennero consegnati da una diligenza veloce della compagnia Wells Fargo solo il 10 gennaio 1870. Otto soli nominali furono coniati a Carson City, soprattutto in argento: si pensi infatti che Comstock Lode produsse, tra il 1860 e il 1880, circa 7 milioni di tonnellate di questo metallo. Dime (10 cent), quarti, mezzi dollari, “trade dollar” e dollari Morgan, assieme a monete d’oro da 5, 10 e 20 dollari (tutte molto rare, queste ultime), uscirono così dalle presse della zecca del Nevada, con la sigla CC, dando origine a quella collezione di 57 tipi oggi così ricercata dai collezionisti di tutto il mondo. Complessivamente, vennero battute in oro 864.128 monete da 20 dollari, 299.778 da 10 dollari e 709.6107 da 5 dollari; per quanto riguarda, in particolare, le doppie aquile da 20 dollari, ecco i contingenti coniati anno per anno.
Anno | N° esemplari | Anno | N° esemplari | Anno | N° esemplari |
1870 | 3789 | 1877 | 42.565 | 1889 | 30.945 |
1871 | 17.387 | 1878 | 13.180 | 1890 | 91.209 |
1872 | 26.900 | 1879 | 10.708 | 1891 | 5000 |
1873 | 22.410 | 1882 | 39.140 | 1892 | 27.265 |
1874 | 115.085 | 1883 | 59.962 | 1893 | 18.402 |
1875 | 111.151 | 1884 | 81.139 | ||
1876 | 138.441 | 1885 | 9450 |
All’inizio dell’ultimo decennio del XIX secolo la zecca di Carson City venne chiusa, dopo la morte del suo sovrintendente James Crawford. In quel momento, negli USA era in corso un acceso dibattito su una possibile trasformazione del sistema monetario degli Stati Uniti verso un vero e proprio Gold Standard. A Carson City venivano invece prodotte soprattutto monete d’argento – ad esempio, 756.000 dollari Morgan nel solo 1879 – e così nel 1889, quando il repubblicano Benjamin Harrison divenne presidente degli Stati Uniti, l’officina del Nevada visse il suo ultimo momento di gloria dato che Harrison era un sostenitore dello standard basato sull’argento, in linea con i proprietari delle miniere del Nevada. Ma il 4 marzo 1893, Grover Cleveland – di opposta opinione – lo sostituì alla Casa Bianca e subito ordinò la chiusura della Carson City Mint.
Carson City perse definitivamente la sua zecca nel 1899, dopo che la produzione d’argento di Comstock Lode era drasticamente diminuita già da qualche anno. Nell’edificio della zecca rimase attivo un ufficio di commercio e assaggio metalli preziosi statale che a sua volta venne chiuso nel 1933. L’edificio venne quindi venduto allo Stato del Nevada per 10.000 dollari (ne era costati quasi 450.000!) e oggi ospita Museo di Stato del Nevada.
Le doppie aquile in oro coniate a Carson City sono tra le rarità più ambite dai collezionisti americani e l’asta Gadoury che si terrà il 3 dicembre prossimo a Montecarlo offrirà ben quindici esemplari di queste monete, tra cui tutti i millesimi tra il 1871 e il 1884, un pezzo del 1890 e un altro del 1891, così come una 5 dollari oro del 1890 Queste numismatiche documentano lo spirito pionieristico del selvaggio West, i decenni della corsa all’oro e all’argento e l’imprenditorialità che è stata parte del “grande sogno americano”.