DA COLLEGIO REALE A REGIO LICEO:
UNA MEDAGLIA PER IL “PIETRO COLLETTA”

(di Pietro Magliocca) | Con la Legge del 30 di maggio 1807 Giuseppe Bonaparte stabilì che in ogni provincia del Regno di Napoli doveva nascere un “Collegio Reale”; per la Provincia del Principato Ultra ne venne programmata una sede nella città di Avellino, che ne era capoluogo. Il decreto però ebbe la sua esecuzione solo il 22 luglio 1818 quando Ferdinando I di Borbone dovette cedere alle rinnovate istanze del Consiglio generale della Provincia e il progetto dell’istituto redatto dall’ingegner Luigi Oberty, fu presentato per l’approvazione solo in data 26 aprile 1819. L’anno dopo, il 4 marzo del 1820, venne presentato un secondo progetto preparato da Giuliano De Fazio, ed infine, il 2 luglio dello stesso anno, si provvide ad inoltrarne ancora un terzo progetto; quest’ultimo venne finalmente approvato il giorno 14 marzo del 1823.

Il palazzo venne costruito verso la zona a ponente dell’abitato, su di un fondo di proprietà del sacerdote don Antonio Gallo che vendette il suolo per la somma di 4000 ducati; in origine l’edificio si elevava su due soli piani, si presentava a forma di una T rovesciata ed era separato dalla strada da un giardino provvisto di abeti, sbarrato da una cancellata in bastoni di ferro a punta, intervallata da dodici colonne in pietrarsa (figg. 1-2).

L’inaugurazione si tenne il 1° dicembre del 1831 con una solenne cerimonia alla quale parteciparono tutte le autorità; gli onori di casa vennero fatti dal primo rettore Tommaso De Rosa Piscitelli che fu alla guida di quell’istituto per dieci anni, fino al 1841. Nel 1838, solo dopo un’autorizzazione reale, presso il Collegio venne inaugurata la cattedra di Diritto pubblico e nel 1853, per decisione di re Ferdinando II di Borbone, vi furono assegnati i padri Scolopi, mentre quattro anni più tardi con R. D. del 20 agosto 1857, fu istituito il Liceo di scienze classiche, con alcune cattedre a livello universitario, abolite successivamente nel mese di ottobre del 1860; si rese indispensabile procedere ad un ampliamento del Collegio costruendo così anche un terzo piano, al centro fu impiantato un grosso orologio a campane. Con un Decreto luogotenenziale del 10 febbraio 1861, il “Collegio Reale” della città di Avellino, divenne “Regio Liceo Ginnasio e Convitto Nazionale”, mentre con altro decreto emanato in data 12 settembre 1861, fu sottratto ai padri Scolopi ed il 23 settembre venne preso in consegna dal delegato governativo ed ispettore alla Pubblica istruzione del Regno d’Italia, Luigi Settembrini. Il 4 marzo 1865, Convitto Nazionale e Liceo vennero intitolati a Pietro Colletta.

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Due storiche immagini della sede del Collegio Reale di Avellino, poi divenuto Regio Liceo (source: archive)


Il Convitto era anche dotato di un piccolo teatro nel quale tra il 1894 ed il 1899, vennero presentate commedie recitate dagli stessi convittori i quali formarono anche una fanfara. Nell’anno 1917 veniva posto, nel giardino del convitto, un busto di Francesco De Sanctis, che spesso visitò l’istituto; il 7 giugno del 1921 all’ingresso del Convitto furono impiantate e scoperte due  targhe di marmo con i cognomi e nomi di 59 ex allievi caduti nel corso della Grande Guerra recanti la dedica: “Qui furono educati al culto della patria per cui caddero, 1915-1918”. Con la riforma dei Convitti Nazionali, presso l’istituto di Corso Vittorio Emanuele II, vennero accolti anche i “semiconvittori”; costoro pur frequentando regolarmente i corsi assieme agli interni, fruivano solo del servizio mensa; non avevano l’obbligo di indossare la divisa regolamentare limitandosi a portare soltanto il berretto.

Il Convitto Nazionale “Pietro Colletta” rivestì notevole importanza nella vita culturale della città che fino al 1831 aveva potuto fare affidamento solo sul locale seminario vescovile, ove venivano egregiamente insegnati il latino ed il greco e che, a giusta ragione fu definito il “liceo dei dotti”. Alla guida dell’istituto si avvicendarono, nel corso degli anni, rettori e rettori/presidi; lo sdoppiamento delle due cariche è avvenuto nell’anno scolastico 1900-1901, ma con l’entrata in vigore della Legge n. 150 del 9 marzo 1967 venne di nuovo affidata ai rettori dei Convitti Nazionali anche la Presidenza delle scuole annesse. Con il trasferimento del Liceo Classico “Pietro Colletta” alla nuova sede dei Cappuccini in Via Tuoro, il palazzo di Corso Vittorio Emanuele rimase a disposizione del Convitto Nazionale. Erano presenti le seguenti istituzioni scolastiche: scuola elementare, scuola media, ginnasio e successivamente anche il liceo classico; dall’anno scolastico 1995-1996 nel Convitto Nazionale è istituito un nuovo corso di studi: il Liceo Classico Europeo; attualmente il Convitto Nazionale è retto da un rettore e da due vice rettori.

L’istituto è indirizzato agli studi classico-umanistici, favorendo una formazione letteraria, storica e filosofica atta a comprenderne il ruolo nello sviluppo della civiltà e delle tradizioni occidentali e nel mondo contemporaneo sotto un profilo simbolico, antropologico e di confronto di valori; sostiene l’acquisizione dei metodi propri degli studi classici e umanistici all’interno di un quadro culturale che, riservando attenzione anche alle scienze matematiche, fisiche e naturali, consente di cogliere le intersezioni tra i saperi e di elaborare una visione critica della realtà.

La medaglia qui raffigurata (fig. 3) venneconferita nell’anno 1874 ad uno dei convittori del Regio Liceo Colletta, tale Matteo Anzuoni, che frequentava la classe 1.G. dell’istituto. Non è noto e non vi sono documenti atti a comprovare il motivo specifico della premiazione dell’Anzuoni, ma dalla prova metallica è evidente che ricevette un premio per una posizione di merito di 3° classificato. Questa la descrizione: al dritto, nel giro la scritta R°. LICEO COLLETTA, nel campo su tre righe 3°. | PREMIO | 1874, sotto in congiunzione di due rami d’alloro, un cerchio con all’interno la lettera S; al rovescio, in un ramo d’alloro e uno di quercia annodati nel basso, la scritta su tre righe C. 1. G. | ANZUONI | MATTEO. Rame, mm 30,30.

Dall’analisi della medaglia si nota come il numerale 3 sia stato punzonato su un precedente numerale 1° in rilievo (quindi, coniato), come pure si nota come le ultime due cifre dell’anno di premiazione (74) siano in incuso (punzonate successivamente), mentre le prime (18) appaiano in rilievo (coniate); evidentemente, il Regio Liceo “Pietro Colletta” aveva fatto predisporre delle medaglie premio generiche da personalizzare anno per anno. Dunque, è probabile anche l’esistenza di esemplari con numerale 1° in rilievo o 2° in incuso, con millesimi diversi e, ovviamente, riferite ad altri studenti.

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Medaglia premio del Regio Liceo “Pietro Colletta” di Avellino risalente al 1874 (source: author)


Per quanto riguarda il personaggio al quale venne intitolato il Regio Collegio, Pietro Colletta, questi nacque a Napoli il 23 gennaio 1775, fu un ufficiale del Genio nell’esercito borbonico e dapprima partecipò alla campagna contro i francesi nel 1796, poi, nel 1799, aderì alla Repubblica Partenopea. Al ritorno sul trono di Ferdinando IV di Borbone fu imprigionato e sfuggì alla pena di morte; quando Giuseppe Bonaparte fu incoronato re di Napoli, gli fu restituito il suo grado e prese parte alla spedizione contro i briganti e i ribelli in Calabria. Nel 1812 fu promosso generale. Le sue qualità gli permisero di mantenere il grado anche dopo la restaurazione di re Ferdinando. Durante i moti carbonari del 1820 il re lo chiamò a far parte del suo Consiglio e, quando fu sancita la Costituzione, fu inviato a sottomettere i separatisti in Sicilia; combatté dalla parte dei costituzionalisti contro gli Austriaci a Rieti il 7 marzo 1821 e per questo, ristabilita l’autocrazia, fu arrestato ed imprigionato.

Senza l’intervento degli Austriaci sarebbe stato giustiziato; invece fu mandato in esilio a Brno, in Moravia, insieme a Gabriele Pepe e Giuseppe Poerio. Nel 1823 quando finalmente poté rientrare in Italia si auto esiliò a Firenze. Entrato in amicizia con Tommaseo, Capponi, Giordani, e collaborando alla “Antologia” del Viesseux, Colletta si dedicò agli studi storici e letterari. La sua opera più nota è la “Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825” che, pubblicata postuma da Capponi nel 1834, narra le vicende del Regno delle Due Sicilie sotto i regni di Carlo di Borbone e Ferdinando IV. Morì a Firenze l’11 novembre 1831.