Presa in sé, la prima settimana di contrattazioni del mese di luglio sul mercato del metallo prezioso potrebbe essere letta semplicemente come incerta o moderatamente negativa. Tuttavia, un’analisi a ritroso mostra come le sedute dal 2 al 6 luglio – complice l’allentarsi di alcune tensioni geopolitiche, la crescita del prezzo del petrolio e la perdurante fase positiva degli indici azionari – siano in realtà l’ennesimo gradino al ribasso del prezzo dell’oro a partire dalla metà di giugno. E se vale l’adagio per cui vale la pena acquistare nelle fasi ribassiste, allora…
Sintesi della settimana | Il -0,61% fatto registrare dal prezzo in euro del metallo prezioso equivale, sul grammo, a -21 centesimi di euro a fronte di una forbice di oscillazione ampia 36 centesimi. Il grafico settimanale mostra una prima fase di stabilità, quindi un tentativo di strappo al rialzo e, infine, due sedute con segno meno che hanno condotto al risultato finale.
Sintesi del mese | Non certo positiva, con un -3,20%, è la performance misurata sugli ultimi trenta giorni; infatti, dopo aver toccato il massimo di periodo a quota 35,95 euro per grammo, l’oro ha iniziato una fase al ribasso quasi ininterrotta perdendo 1,61 euro per grammo dal picco del 14 giugno e 1,14 euro per grammo rispetto ad inizio periodo.
Sintesi dell’anno | Con le ultime sedute, il metallo prezioso si è di fatto riportato sui livelli di un anno fa; rispetto al 6 luglio 2017, infatti, la differenza di fixing è quantificabile in un -0,63% ossia in -22 centesimi di euro per grammo. Più pesante, infine, il bilancio relativo all’anno solare in corso, nel quale l’oro fa segnare un -2,03%.