(di Antonio Castellani) | Le banconote moderne, si sa, vengono progettate – anche nelle misure – in modo da rappresentare un efficace compromesso tra maneggevolezza, leggibilità e facilità di individuazione nella serie di cui fanno parte. Ossia, in genere, banconote più piccole per valori più bassi, e viceversa. Naturalmente, le banconote celebrative destinate solo ai collezioni possono derogare a questi criteri, come accaduto a quello che è considerato fino ad ora il biglietto di banca più grande emesso al mondo.
Parliamo dei 100.000 piso (pesos) che il governo delle Filippine ha stampato nel 1998, in occasione del centenario dell’indipendenza dell’arcipelago dal dominio spagnolo. La banconota, infatti, ha quasi le misure di un foglio di carta formato “legal” (per l’esattezza, 33 centimetri di base per 33 di altezza) e all’epoca venne commercializzata – ovviamente – solo ai collezionisti in una edizione limitata di soli mille esemplari al prezzo di ben 180.000 piso pari, al tempo, a quasi 3700 dollari USA.
Al fronte della “super banconota” lo “Sigaw ng Himagsikan”, una scena che ricorda la lotta per l’indipendenza e il grido di sfida contro la tirannia spagnola di Andres Bonifacio e la sollevazione da questi guidata il 24 agosto 1896. Al rovescio, invece, campeggia la scena della proclamazione dell’indipendenza filippina da parte del generale Emilio Aguinaldo il 12 giugno 1898 a Kawit. Fu in questa occasione che la bandiera delle Filippine, realizzata da Marcela Agoncillo, sventolò per la prima volta come pure, per la prima volta, venne suonato l’inno nazionale ideato dal compositore Julian Felipe.